É guerra aperta tra Spotify ed Apple, con la prima che accusa la seconda di comportamento anti-concorrenziale sull'App Store. L'oggetto del contendere in questo caso riguarda gli audiolibri, funzionalità da poco introdotta dalla piattaforma di musica e podcast in streaming negli Stati Uniti: alcuni giorni fa l'azienda svedese aveva pubblicato una dura lettera sul sito ufficiale in cui denuncia la politica attuata da Cupertino, un ostacolo che danneggia creatori e consumatori.
L'obiettivo di Apple, dice Spotify, è di svantaggiare i concorrenti. E l'esempio più lampante è il processo di acquisto di un audiolibro: impossibile completarlo in-app, perché andrebbe contro i termini e le condizioni della Mela, rendendosi così necessaria una serie di operazioni che finiscono per scoraggiare gli utenti, disincentivandoli all'acquisto.
Apple ha dimostrato più volte che non si autoregola e non ha alcun reale incentivo al cambiamento. Con il lancio degli audiolibri, Apple ha dimostrato ancora una volta quanto sia sfacciata con le regole dell'App Store, spostando costantemente i confini per svantaggiare i suoi concorrenti - Daniel Ek, CEO di Spotify
La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente: dall'app iOS è infatti scomparso qualsiasi riferimento a come concludere l'acquisto di un audiolibro (c'era un tasto su cui cliccare per ricevere sulla propria mail un link che rimandava alla pagina web di Spotify) ed è comparsa invece la scritta:
Vuoi ascoltare? Non puoi comprare audiolibri sull'app. Lo sappiamo, non è ideale.
Arrivati a questo punto l'utente si trova in alto mare, non sapendo più come procedere. Resta chiaramente valida l'opzione (l'unica) di acquisto tramite sito web o app desktop di Spotify, ma non tutti ne sono al corrente. L'aggiornamento di fatto "muta" l'app e attesta l'insoddisfazione della piattaforma (ma è in buona compagnia) riguardo il processo di acquisto di contenuti digitali. Apple pretende che si passi dal suo sistema di pagamento, così da trattenere il 30%. E la conseguenza potrebbe essere un obbligato incremento dei costi per ciascun acquisto.
Un comportamento anti-concorrenziale, si diceva, perché non lascia libero l'editore (e con lui il consumatore) di scegliere la modalità preferita per l'acquisto, creando contestualmente un disequilibrio tra i servizi forniti da terzi e quelli che fanno capo ad Apple (dall'app Libri gli audiolibri possono essere tranquillamente acquistati all'interno dell'app stessa). A Cupertino si difendono dicendo che il sistema di acquisto via link era contrario alle regole del negozio digitale:
L'app Spotify è stata rifiutata per non aver seguito le linee guida relative all'inclusione di comunicazioni esplicite in-app per indirizzare gli utenti al di fuori dell'app a effettuare acquisti digitali,
ha spiegato un portavoce di Apple. Eppure il link esterno per abbonarsi a Spotify Premium è stato ammesso da Apple, perché non quello per acquistare singoli audiolibri?