Prosegue la corsa inarrestabile di TikTok, che nei primi tre mesi dell'anno ha impugnato lo scettro di app più scaricata al mondo con 3,5 miliardi di download. A stimolare un ulteriore impulso all'ascesa del popolare social network è l'ultima novità annunciata nelle scorse ore, dedicata in egual modo a creator e inserzionisti, che introduce una inedita possibilità di monetizzazione sulla piattaforma.
Se fino ad ora il social cinese ricompensava gli utenti più seguiti o i video virali attraverso il tool "Creator Fund", accusato tuttavia di scarsa remuneratività (ragion per cui, dal punto di vista dei ricavi, TikTok non è mai riuscito ad allettare i creator al pari di competitor del calibro di Instagram o YouTube), adesso il social in orbita alla cinese ByteDance ha deciso di ampliare le possibilità di ricavo con un nuovo programma chiamato TikTok Pulse. Il principio su cui si fonda è quello del revenue sharing, ovvero della condivisione delle entrate pubblicitarie con i creator, che avviene quando i video più in vista vengono postati contestualmente ad annunci pubblicitari.
CONDIVIDERE LE ENTRATE PUBBLICITARIE
Con il nuovo tool, le aziende potranno posizionare i contenuti dei proprio marchio accanto ai video più popolari del feed (il 4% delle "migliori clip" presenti sulla piattaforma), all'interno di dodici aree tematiche che corrispondono ai principali verticali della piattaforma (dal beauty alla cucina, passando per la moda, il gaming e molto altro). L'aspetto più interessante riguarda però i creator, che per la prima volta potranno usufruire di una quota di compartecipazione dei ricavi ottenuti da tali inserzioni.
Nello specifico, gli editor e i creator potranno ricevere il 50% delle entrate pubblicitarie derivanti dagli annunci postati accanto ai loro video. Il programma non è tuttavia aperto a tutti: la conditio sine qua non per poter accedere alla fase iniziale è quella di possedere almeno 100mila follower. TikTok Pulse è ancora in fase di sperimentazione ma, stando a quanto si apprende, sarà lanciato negli Stati Uniti a giugno e in altri mercati il prossimo autunno.
Nel mare magnum del web e dei social network, questa modalità di monetizzazione non ricalca un modello del tutto inedito: YouTube, ad esempio, ha implementato un programma simile già da tempo per permettere ai creator di ottenere ricavi dalla pubblicazione dei video (la quota delle entrate a loro corrisposta ammonta al 55%).