Il disegno di legge, firmato dal senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, prevede che le intercettazioni possano durare al massimo 45 giorni, a meno che non emergano elementi che ne giustifichino l’estensione.
Nella notte tra il 19 e il 20 marzo, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge che introduce un tetto massimo di 45 giorni per le intercettazioni, salvo proroghe concesse solo in presenza di “elementi specifici e concreti” debitamente motivati. Con 147 voti favorevoli, 67 contrari e un astenuto, il provvedimento, già approvato dal Senato, è ora legge e attende solo la promulgazione.
Cosa cambia con la nuova legge?
Il disegno di legge, firmato dal senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, prevede che le intercettazioni possano durare al massimo 45 giorni, a meno che non emergano elementi che ne giustifichino l’estensione.
L’unica eccezione riguarda i reati legati a terrorismo e criminalità organizzata, che non rientrano nei limiti imposti. Tuttavia, nel corso del dibattito parlamentare, si è discusso se escludere dalla tagliola anche i reati di violenza contro le donne, compresi nel cosiddetto Codice Rosso. Alla fine, il testo è stato approvato senza modifiche, ma un ordine del giorno ha impegnato il governo a riconsiderare questa esclusione in un futuro provvedimento.
Le proteste dell’opposizione e dei magistrati
Il provvedimento ha suscitato forti critiche da parte dell’opposizione e dei magistrati, preoccupati per l’impatto sulle indagini di reati gravi.
L’ex procuratore nazionale antimafia e deputato del Movimento 5 Stelle, Federico Cafiero De Raho, ha definito il limite di 45 giorni insufficiente per indagare su crimini complessi come l’omicidio. “Chi propone questa norma lo sa bene e sta scegliendo di favorire l’impunità dei delinquenti”, ha dichiarato De Raho in Aula. Anche il Partito Democratico ha parlato di una “mannaia senza precedenti” sulle intercettazioni, che potrebbe ostacolare l’accertamento di responsabilità nei reati più gravi.
A preoccupare è anche l’eventuale effetto deterrente sulla giustizia: “Si pensi a un omicidio senza testimoni diretti, dove le intercettazioni sono l’unico strumento per risalire agli autori e comprendere il contesto. In 45 giorni si rischia di non arrivare a nulla”, ha spiegato De Raho.
Dura anche la critica del M5S sulla tutela della privacy: “Mentre alla Camera si demoliscono le intercettazioni, al Senato si discute il ddl Sicurezza, che permetterà ai servizi segreti di schedare i cittadini senza controllo”, ha dichiarato Valentina D’Orso.
La difesa della maggioranza
Dal governo e dalla maggioranza arrivano invece rassicurazioni. Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, ha ribadito che la nuova normativa “non limita in alcun modo le necessità delle indagini”, ma impone solo una maggiore motivazione per la proroga delle intercettazioni.
Il deputato di Forza Italia Enrico Costa ha inoltre sottolineato la necessità di introdurre maggiore controllo sull’autenticità delle intercettazioni, per evitare manipolazioni, anche attraverso strumenti di intelligenza artificiale.
Vale anche per i reati sulle donne
L’approvazione della legge segna una svolta significativa nella disciplina delle intercettazioni, con un impatto potenzialmente rilevante sulle indagini giudiziarie. Le opposizioni promettono battaglia, mentre il governo assicura che i reati di violenza contro le donne saranno presi in considerazione in un successivo intervento normativo.
Intanto, magistrati e investigatori esprimono forti preoccupazioni per gli effetti concreti di questa riforma, che potrebbe rendere più difficile l’accertamento della verità nei casi più complessi.