Quando si sente che sta arrivando una tempesta solare, si pensa immediatamente alla possibilità di problemi alle apparecchiature elettroniche, e infatti la NASA ha diramato un avviso di pericolo di blackout dopo aver registrato un'attività solare chiamata brillamento solare freddo.
Andiamo a scoprire perché e che rischi ci sono per i nostri dispositivi.
Cosa sono le tempeste solari
Essendo una enorme palla di gas caldo caricato elettricamente che si muove, il Sole genera un potente campo magnetico che attraversa dei cicli, chiamati cicli solari, della durata di 11 anni.
Durante un ciclo, il numero di macchie solari aumenta fino a raggiungere il massimo intorno a metà (massimo solare), per poi diminuire (minimo solare), e infatti per tracciare i cicli solari si conta il numero di macchie. Alla fine del ciclo, il campo magnetico del Sole si inverte, il che significa che i poli nord e sud si scambiano posto.
Tutto questo ha un altro effetto: i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale, che aumentano durante il ciclo solare e che inviano potenti raffiche di energia e materiale nello spazio, le tempeste solari.
È interessante notare che i brillamenti solari sono classificati, in base alla potenza nei raggi X, in cinque classi in ordine crescente di potenza: A, B, C, M e X. Ogni classe, che è dieci volte più potente della precedente, è ulteriormente suddivisa linearmente in 9 classi, numerate da 1 a 9.
I brillamenti X e M irradiano energia abbastanza potente da influenzare la Terra, dove i loro impulsi elettromagnetici possono causare problemi a comunicazioni e interruzioni elettriche, o effetti piacevoli come bagliori nel cielo, le aurore.
I problemi alle apparecchiature sono dovuti al fatto che le radiazioni, colpendo l'atmosfera terrestre, la ionizzano, rendendo l'aria più densa. In queste situazioni, le onde radio fanno più fatica a passare, da qui i problemi alle comunicazioni, oltre agli effetti sul campo geomagnetico. Non solo, ma l'aumento di densità potrebbe causare anche lo spostamento dei satelliti dalla loro orbita.
I rischi della tempesta appena osservata
Il Solar Dynamics Observatory della NASA ha individuato due giorni fa un brillamento solare che secondo il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) presenta una probabilità del 60% di causare blackout questa settimana.
Come abbiamo visto, i brillamenti solari sono divisi in più classi. Quello oggetto dell'allerta è di tipo M1 ed è definito "freddo", in quanto arriva a 20.000 °C, contro i brillamenti caldi, meglio compresi, che arrivano a 80.000°C.
Quali sono i rischi? Secondo il NOAA, c'è una probabilità del 60% che nelle prossime 24 ore si presentino ulteriori brillamenti di livello medio o comunque di classe M, e del 15% che si verifichi un brillamento di classe X. Stando a quanto riportato, questo potrebbe causare un blackout radio in tutto il mondo.
Nelle ultime 24 ore, almeno sei brillamenti solari di classe M hanno causato interruzioni radio a livello internazionale, tra cui un brillamento M1 che ha causato blackout radio in alcune parti dell'emisfero occidentale e tre blackout in Asia.
Il più grande di questi eventi è stato un bagliore di classe M3.2- che ha portato a un blackout radiofonico nel Pacifico domenica tardi, secondo lo Space Weather Forecasting Center dell'Università di Atene.
Nel complesso, però, questi eventi non sono preoccupanti, e anzi intervistata a Radio 3 Scienza, Clementina Sasso, astrofisica solare all'Osservatorio astronomico INAF di Capodimonte, ha dichiarato di essersi sorpresa per il clamore mediatico dedicato all'evento, in quanto una settimana fa era avvenuto un brillamento simile.
Secondo gli scienziati, infatti, questi eventi sono molto meno preoccupanti di quanto potrebbe succedere nel 2025, quando il Sole raggiungerà il massimo solare e sono previste tempeste solari molto più potenti, e anche solo di quanto avvenuto a maggio 2024.
Due mesi fa ci sono stati infatti una serie di brillamenti solari capaci di 173.000 terawatt di energia solare. Colpendo la terra, hanno causato problemi ai satelliti GPS e bloccato numerose attrezzature utilizzate in agricoltura nel Midwest degli Stati Uniti (qui sotto potete vedere il video diffuso dalla NASA).