TikTok, il CEO cerca in Elon Musk un intermediario con l'amministrazione Trump

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TikTok, la popolare piattaforma di video brevi di proprietà del colosso cinese ByteDance, sta cercando nuove strade per affrontare le sfide normative negli Stati Uniti, rivolgendosi anche a figure di rilievo come Elon Musk. Questo emerge da un articolo del Wall Street Journal, che rivela come Shou Chew, amministratore delegato di TikTok, abbia avviato conversazioni con Musk nelle ultime settimane.

Secondo fonti vicine alla vicenda, Chew avrebbe discusso con Musk argomenti relativi all’amministrazione statunitense entrante e alle potenziali politiche tecnologiche, senza però affrontare in modo esplicito strategie per mantenere attiva TikTok negli Stati Uniti. Musk, oltre a essere il proprietario di X e CEO di Tesla e SpaceX, è considerato uno dei principali interlocutori dell’amministrazione presidenziale entrante.

UN PONTE CON L'AMMINISTRAZIONE TRUMP?

Le interazioni tra Chew e Musk si inseriscono in un contesto delicato per TikTok, che rischia una messa al bando negli Stati Uniti per motivi di sicurezza nazionale. A seguito di una legge firmata dal Presidente Biden, ByteDance dovrebbe cedere TikTok entro metà gennaio per evitare il divieto. TikTok ha reagito presentando una causa federale, sostenendo che il provvedimento viola i diritti alla libertà di espressione dei suoi utenti.

La possibilità che Musk, attualmente in stretti rapporti con l’amministrazione entrante, possa fare da intermediario è vista con cauto ottimismo da parte dei dirigenti di ByteDance. Musk, secondo il Wall Street Journal, ha avuto un ruolo centrale nella transizione politica dopo le recenti elezioni, partecipando a discussioni strategiche e a telefonate su temi chiave, come quelle con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il CEO di Alphabet, Sundar Pichai.

UNA STORIA DI DIVIETI E TENSIONI

La questione TikTok non è nuova nel panorama politico statunitense. Durante la presidenza di Donald Trump, nel 2020, era stato firmato un ordine esecutivo per vietare l’app, poi bloccato dai tribunali. Nonostante Trump abbia in seguito modificato la sua posizione in campagna elettorale, le tensioni attorno all’applicazione sono rimaste alte, alimentate dalle preoccupazioni per la sicurezza dei dati degli utenti americani e per un potenziale controllo cinese sui contenuti.

I sostenitori delle restrizioni su TikTok ritengono che l’app possa rappresentare un veicolo per lo spionaggio cinese e per manipolare l’opinione pubblica. TikTok ha respinto queste accuse, affermando di non avere intenzione di cedere alle richieste del governo cinese in tal senso.

LE PROSSIME MOSSE

Nel frattempo, ByteDance ha mantenuto aperte le comunicazioni con rappresentanti di entrambi gli schieramenti politici statunitensi. Tuttavia, l’azienda si oppone fermamente alla vendita delle operazioni statunitensi di TikTok, puntando invece sulla sua battaglia legale per garantire la sopravvivenza della piattaforma. Una decisione da parte della corte d’appello federale di Washington è attesa per i primi di dicembre, e potrebbe influire significativamente sul futuro dell’app negli Stati Uniti.


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