Il governo degli Stati Uniti ha recentemente ripreso la sua campagna contro TikTok, andando a richiedere che il social venga rimosso dagli store digitali di Apple e Google e causa dei problemi di sicurezza nazionale rappresentati da ByteDance, l'azienda cinese che controlla la piattaforma.
In attesa di mettere in campo misure più efficaci per bannare nuovamente l'applicazione - rimosso solo a giugno del 2021, dopo che era stata l'amministrazione Trump a bloccarla per la prima volta -, il Senato degli Stati Uniti ha votato per predisporre il ban di TikTok almeno dai dispositivi governativi.
La proposta, introdotta lo scorso anno dai repubblicani, è stata votata a consenso unanime e ora dovrà effettuare altri due passaggi prima di diventare una legge effettiva, ma è altamente improbabile che possa trovare particolari ostacoli sul suo cammino. D'altronde le preoccupazioni riguardo il pericolo rappresentato dall'influenza cinese sulla piattaforma è bipartisan, quindi la proposta potrebbe presto arrivare sulla scrivania del Presidente Biden per la firma finale.
ANCHE I SINGOLI STATI SI MUOVONO IN QUESTA DIREZIONE
I rappresentanti di TikTok non hanno preso bene l'evoluzione della vicenda e lamentano come il governo stia portando avanti decisioni che non fanno nulla per migliorare la sicurezza nazionale, dal momento che la piattaforma - a loro dire - non rappresenta un pericolo in questo senso. Intanto la proposta appena votata è giunta accompagnata da un'altra che punta a imporre il ban di TikTok su scala nazionale e anche questa potrebbe essere presto votata dai due rami del governo.
Nel frattempo diversi stati hanno già cominciato a legiferare in questa direzione, andando a vietare l'utilizzo dell'applicazione sui dispositivi governativi anche su scala locale. L'ultimo stato a muoversi in questo senso è stata la Georgia, che ritiene il social pericoloso in quanto fortemente legato al Partito Comunista Cinese, quindi in grado di rappresentare una minaccia per la sicurezza. La mossa della Georgia non si limita però a TikTok, bensì include anche applicazioni come WeChat e persino Telegram; è possibile che sia proprio l'app di Durov ad essere una delle prossime a finire sotto esame e a rischiare il ban.