TikTok via dagli USA se ByteDance non vende. A vuoto i tentativi di lobbying

La divisione americana di TikTok deve essere venduta. Quello della Commissione Energia e Commercio della Camera dei Rappresentanti è un vero e proprio out out che rimette in fortissima discussione la presenza del social cinese sul territorio americano. ByteDance si trova nuovamente ad un bivio: per la sopravvivenza della piattaforma negli Stati Uniti sarà costretta a fare un passo indietro.

E non è nemmeno la prima volta che ci si trova davanti ad una situazione del genere: nei mesi passati le garanzie offerte dalla proprietà non erano state considerate sufficienti, portando le autorità alla decisione di imporne la vendita ad un soggetto terzo pena l'estromissione del social dal mercato nazionale.

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Il disegno di legge impedisce la disponibilità di app store o servizi di web hosting negli Stati Uniti per le applicazioni controllate da ByteDance, incluso TikTok, a meno che l'applicazione non recida i legami con entità come ByteDance che sono soggette al controllo di un avversario straniero, come definito dal Congresso nel Titolo 10.

In sintesi:

Sono previste due possibilità: o ByteDance vende la divisione USA di TikTok, o l'app resterà fuori dagli store digitali. Il disegno di legge prevede una finestra temporale per il disinvestimento. "Questo disegno di legge affronta i rischi immediati per la sicurezza nazionale posti da TikTok e crea un processo per il Presidente per proteggere in futuro la sicurezza nazionale e la privacy degli americani da applicazioni straniere controllate da avversari".

Il disegno di legge è stato approvato all'unanimità nonostante il tentativo di lobbying di TikTok che ha chiamato i suoi utenti alla mobilitazione invitandoli a tempestare di chiamate i rappresentanti dei loro collegi in Congresso per chiedere loro di votare contro l'ennesimo ban:

Bloccate lo shutdown di TikTok: il Congresso vuole mettere al bando TikTok. Fatevi sentire ora, prima che il vostro governo strappi a 170 milioni di americani il loro diritto costituzionale alla libertà d'espressione.

Tentativi inutili, come si è visto, perché repubblicani e democratici hanno votato insieme optando per la linea dura. E tra i politici c'è chi si è convinto a votare contro il social proprio a seguito di questo messaggio, considerato parzialmente falso ed un pericolo per la democrazia di un Paese sovrano poiché interpreta a suo piacere le norme sulla sicurezza nazionale. Ora si passa al Senato, e non sono da escludere colpi di scena: nonostante le voci grosse di Donald Trump prima e di Joe Biden poi, nessuno ha mai effettivamente bannato il social. Anzi: lo stesso attuale presidente Biden da qualche tempo lo utilizza per la sua campagna elettorale.