A fine gennaio Twitter ha imposto un improvviso ban nei confronti dei client di terze parti, un intervento giunto come un fulmine a ciel sereno dopo che già nei giorni precedenti erano state intraprese azioni in tal senso senza che però Twitter dichiarasse le sue reali intenzioni.
In poco meno di una settimana si è quindi vista la cancellazione di un'intera categoria di applicazioni e il pesante ridimensionamento dei team e delle aziende dietro a questi progetti, ovvero i client di terze parti che per anni hanno portato avanti un percorso parallelo a quello dell'app ufficiale di Twitter, offrendo funzioni aggiuntive e miglioramenti esclusivi per gli utenti.
Sebbene quindi i client di terze parti siano ormai morti e sepolti da qualche settimana, alcuni di questi tornano oggi al centro dell'attenzione mediatica in seguito ad un aggiornamento che alcune di queste app hanno ricevuto su App Store nel corso degli ultimi giorni. Parliamo degli ultimi update di Tweetbot e Twitterrific, i quali introducono entrambi una nuova schermata che parla direttamente agli utenti, chiedendogli di rinunciare all'eventualità di richiedere ad Apple un rimborso per il loro abbonamento.
LE SCELTE PER GLI ABBONATI
Nel caso di Tweetbot, ad esempio, l'applicazione propone tre scelte ai suoi utenti. La prima è quella di trasferire il proprio abbonamento residuo su Ivory, il client per Mastodon realizzato dallo stesso team, la seconda è quella di rinunciare ad ottenere un rimborso - sulla base del proprio grado di soddisfazione per gli anni passati con Tweetbot -, mentre la terza è quella che permette di ottenere il rimborso.
Qualora si scelga l'ultima opzione non è necessario fare nulla, dal momento che il team ha già previsto di rimborsare tutti gli abbonamenti attivi, quindi le uniche due scelte attive sono la prima e la seconda. Con quest'ultima si sceglie di dare il proprio supporto ad una realtà che ha dovuto subire le decisioni improvvise e unilaterali messe in campo da Twitter, sulle quali Tweetbot e le altre app non hanno avuto alcuna voce in capitolo.
Lo stesso viene proposto anche nel caso di Twitterrific, anche se qui non troviamo la possibilità di trasferire il proprio account visto che il team non ha realizzato un altro client per Mastodon o per altri social. Per entrambe le app è bene sottolineare che la scelta di rinunciare al rimborso non incide in alcun modo sull'effettiva possibilità di esercitare questo diritto in seguito presso Apple, ma si tratta di una semplice segnalazione che indica ai team quali utenti escludere al momento dalle procedure di rimborso automatico, quindi non è una scelta in alcun modo vincolante.
Ci sentiamo di abbracciare questa richiesta da parte degli sviluppatori, specialmente per via della rapidissima evoluzione della vicenda che non ha permesso a nessuna realtà coinvolta di poter reagire con soluzioni più efficaci. Se Twitter avesse dimostrato più trasparenza, gli sviluppatori avrebbero potuto prevedere dei piani di dismissione degli abbonamenti che non comportavano alcuna perdita anche per gli utenti finali, cosa che non è stata possibile a causa di una decisione presa dall'oggi al domani.