Pare che ci saranno ritardi nel rilancio di Twitter Blue: secondo fonti di Platformer e The Verge, Elon Musk e il suo team vogliono prima implementare una procedura per evitare di pagare le commissioni del 30% ad Apple. Come abbiamo visto negli ultimi giorni, il nuovo proprietario di Twitter ha scagliato diverse invettive contro la Mela - lamentandosi non solo delle commissioni, ma anche della riduzione degli acquisti di pubblicità e denunciando minacce di rimuovere il client ufficiale per iOS dall'App Store.
Il piano originale era di rilanciare Twitter Blue ieri, martedì 29 novembre. Ricordiamo che Blue è parte integrante del nuovo servizio di verifica degli account con badge a tre colori: giallo oro per le aziende, grigio per i politici e blu per coloro che sottoscrivono l'abbonamento premium. Secondo la fonte, il prezzo dell'abbonamento sarà incrementato di un centesimo per arrivare a cifra tonda - da 7,99 dollari al mese a 8, e richiederà una verifica tramite numero di telefono.
Per il momento Musk non ha twittato nulla a riguardo, ma a questo punto è molto facile immaginare che Twitter Blue non sarà disponibile come acquisto in-app su iPhone o iPad - resta da capire se la stessa politica sarà applicata su Android. Come hanno già fatto in passato piattaforme come Netflix e non solo, sarà necessario dirigersi sul sito web ufficiale e fare acquisti da lì. È una tattica ormai assodata e nota per evitare le commissioni degli store digitali - il prezzo da pagare è un po' più di complicazione per l'utente finale. Può sembrare un'inezia, ma può avere un impatto significativo sul numero di utenti che effettivamente decidono di pagare l'abbonamento.
CROLLO DEGLI INSERZIONISTI
Sempre secondo Platformer, intanto, gli investimenti continuano a scendere. La testata riporta le note di un analista della divisione europea della società condivise con i colleghi su Slack. Il fatturato per l'intera regione EMEA (Europa, Medioriente e Africa) è calato del 15% su base annua, ma ciò che preoccupa di più sono i dati su base settimanale: il crollo è del 49%, addirittura.
Già negli scorsi giorni si è parlato a più riprese dell'abbandono in massa da parte degli inserzionisti da quando Musk ha assunto il controllo, e ancora a fine ottobre si identificavano 15,7 milioni di dollari a rischio (sempre per l'area EMEA). Da notare che tra Black Friday/Cyber Monday e partenza dei mondiali di calcio, questo avrebbe dovuto essere un periodo estremamente positivo per gli introiti della piattaforma. Un ex dirigente di Twitter che ha parlato con la fonte non esita a definire la situazione "catastrofica".
PARLA L'EX RESPONSABILE DELLA SICUREZZA
Intanto l'ex responsabile della sicurezza Yoel Roth ha parlato in pubblico per la prima volta da quando ha abbandonato il proprio posto di lavoro, e si dichiara pessimista sulla questione. Roth dice che benché a parole Musk dicesse di volere una piattaforma sicura e imparziale, per esempio auspicando alla creazione di una "commissione di moderazione" per valutare tutte le modifiche alle regole della piattaforma prima di implementarle, nei fatti ha preso molteplici decisioni unilaterali.
Roth parla anche del lancio della verifica a pagamento, e del caos che ha causato con il brulicare di account fasulli: è successo esattamente ciò che Roth e il suo team avevano previsto, e nonostante avessero informato Musk lui ha deciso di ignorarli. Roth non ritiene, a differenza di diversi suoi ex colleghi, che Twitter avrà un momento di implosione totale, ma al tempo stesso avvisa di fare attenzione molto da vicino al comportamento di alcuni strumenti di sicurezza come il blocco e la possibilità di silenziare altri utenti; ed è convinto che, allo stato attuale, non sia rimasto abbastanza staff per far fronte alle prossime campagne coordinate di spam e odio, soprattutto per quanto riguarda i livelli più alti. È di certo possibile migliorare gli algoritmi di machine learning che si occupano del grosso del lavoro, ma nei casi più difficili servono talento ed esperienza che i software ancora non riescono a riprodurre.