Twitter ha bannato tutti i client di terze parti: la notizia è di qualche ora fa. La società, ora di proprietà di Elon Musk, ha aggiornato le sue regole ufficiali dicendo che non è più possibile usare le API o i contenuti di Twitter per creare un prodotto o servizio simile o sostitutivo alle Applicazioni Twitter (che sono tutti i siti, le app, i prodotti e così via rivolti al pubblico). Non c'è stato nessun annuncio ufficiale: bisogna fare ricorso alla Wayback Machine per confermare che l'altro ieri il divieto non era presente.
La novità giunge a circa una settimana di distanza dall'inizio di un blackout di molti (ma non tutti) client Twitter terzi. Anche in questo caso, la società non ha fornito alcuna spiegazione sulle cause: solo ieri l'account Twitter Dev ha detto che il blocco era intenzionale, e che la piattaforma aveva deciso di far rispettare delle regole che esistevano da tempo, senza specificare quali.
Alla luce di quanto emerso in queste ore, pare chiaro che la dichiarazione dell'account Twitter Dev sia quantomeno inesatta, per non dire del tutto fuorviante. Il divieto di creare client Twitter alternativi è decisamente nuovo. È interessante osservare che il regolamento ha incluso per anni una clausola che scoraggiava, ma non proibiva, lo sviluppo di client terzi; la clausola è stata rimossa nel 2021 per migliorare i rapporti con gli sviluppatori.
In tutto questo, gli sviluppatori dei client terzi sono comprensibilmente arrabbiati: non hanno ricevuto alcun preavviso, alcuna comunicazione, e da un giorno all'altro si trovano senza una fonte d'introiti potenzialmente significativa, specialmente nel caso dei client più famosi e diffusi. Vale la pena ricordare che Elon Musk ha praticamente smantellato il team dedicato alla comunicazione/relazioni pubbliche.
I client Twitter terzi sono stati fondamentali nell'evoluzione della piattaforma. Twitterrific, per esempio, è uscito su iOS ancora prima che ci fosse un'app ufficiale. In ogni caso, lo stato attuale è che alcuni client terzi per qualche ragione funzionano ancora; la maggior parte tuttavia è offline, e i loro sviluppatori hanno iniziato a rimuoverli dai vari negozi di applicazioni.
È probabile che la decisione sia stata presa per questioni economiche. L'avvento di Musk al timone ha peggiorato la già delicata situazione finanziaria di Twitter, per via dell'abbandono di molti inserzionisti, e si può argomentare che un utente che si collega alla piattaforma tramite un client terzo sia meno redditizio di uno che usa quello nativo. È vero che alcuni sviluppatori devono pagare l'accesso alle API, ma non ci sono annunci pubblicitari. Tra l'altro, è probabile che chi usa un client terzo sia meno interessato ad abbonarsi a Twitter Blue.