E’ già tempo di una nuova versione LTS (Long Term Support) in casa Canonical, e tra qualche giorno sarà finalmente disponibile Jammy Jellyfish, anche conosciuta come Ubuntu 22.04, che in quanto versione con supporto a lungo termine, la vedremo supportata per ben 5 anni.
Ubuntu vanta l’essere da diversi anni una delle 10 distribuzioni Linux più utilizzate, il tutto grazie a semplicità di installazione, di mantenimento, di uso ed al supportare un’ampissima varietà di hardware differenti, e queste versioni a lungo supporto la rendono a tutti gli effetti una scelta più che plausibile anche per un ambiente lavorativo.
Ma cosa ci troveremo sui nostri sistemi in caso aggiornassimo -o installassimo- quest’ultima fiammante versione della distribuzione di Shuttleworth?
Beh, supporto a parte (con l’uscita al 21 di questo mese, la distribuzione sarà ufficialmente supportata da Canonical fino ad Aprile 2027), diverse novità vede arrivare quest’ultima release, che vanno a toccare sia l’interfaccia grafica che le applicazioni disponibili di default nel sistema, così come diverse altre cose “sotto il cofano”.
In primis vedremo finalmente arrivare GNOME 42 che, seppur non stravolga la versione precedente, porta con se tutta una serie di migliorie in termini di pulizia ed usabilità del desktop. Insieme a questo però c’è un altro cambio decisamente più radicale: il passaggio da libhandy a libadwaita. La prima è una storica libreria basata su GTK3 che viene utilizzata da anni come base per lo sviluppo delle interfacce grafiche su GNOME, la seconda il suo successore. Questo passaggio, seppur spaventi gli utenti che temono di perdere l’incredibile granularità di controllo di libhandy, è stato necessario per evitare una serie di inconsistenze grafiche basate sull’uso dei temi, aggiungendo nel frattempo una serie di funzionalità più che rendono l’intera esperienza d’uso di GNOME più moderna. Vedremo se sarà la scelta giusta.
Altro cambio decisamente basilare è quello di non trovare più tra le applicazioni installate l’ormai storico Gedit, che si vede rimpiazzato da una nuova applicazione chiamata semplicemente Text Editor. Aspetto più pulito ed autosaving a parte, questo editor risulta comunque parecchio estendibile grazie a plugin, potendo diventare una valida alternativa.
Sotto al cofano però troviamo una multitudine di altre migliorie, tra le quali:
- Miglioramento delle performance grazie al triple frame buffering (che migliora il rendering delle GPU);
- Il web browser di default del DE (GNOME Web) adesso renderizza le pagine grazie all’acceleratore hardware, invece che la CPU, per performance di navigazione migliorate;
- Il display server è definitivamente Wayland;
- Miglioramenti a systemd ed integrazione oomd per gestire meglio situazioni con bassa bastteria;
- Tracker (il sistema di indexing integrato del sistema) finalmente andrà a pesare meno sulle nostre ram, con un uso di memoria minore del 50% rispetto a prima.
Beh, sicuramente sarà una versione da provare, soprattutto se cercate qualcosa che sia stabile e che lo sia a lungo. Per tutto il resto ci sarà Ubuntu 22.10.
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l'HA e l'universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.