Nuova batosta per il celebre servizio di messaggistica WhatsApp, in seguito alla multa arrivata da parte della Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), che ha sanzionato WhatsApp Ireland con una multa di 5,5 milioni di euro per aver violato la General Data Protection Regulation (GDPR), ossia la normativa sulla protezione dei dati. In ballo c'è violazione dell'Articolo 6 della GDPR sulla "legittimità del trattamento", che richiede trasparenza, legalità ed equità nei processi di protezione. La sanzione è stata confermata e l'autorità ha ordinato un adeguamento entro sei mesi, altrimenti la società rischia di dover pagare una nuova sanzione.
Tutto è iniziato il 25 maggio 2018, quando la DPC ha avviato un'indagine su una potenziale violazione della normativa da parte di WhatsApp in seguito alla denuncia portata avanti da parte di un soggetto tedesco. In quello stesso giorno, WhatsApp ha aggiornato i suoi Termini di servizio e ha chiesto a tutti gli utenti dell'UE di accettare le modifiche per continuare ad accedere all'interfaccia principale dell'app.
La denuncia presentata alla DPC sosteneva che WhatsApp aveva costretto gli utenti ad accettare le modifiche rendendo questo passaggio una condizione imprescindibile per continuare a utilizzare il software. A quanto pare tale atteggiamento rappresenta una diretta violazione dell'Articolo 7, comma 32 della GDPR, che richiede che il consenso dell'utente sia dato liberamente, sulla base di informazioni specifiche e inequivocabili, senza pressioni, influenza o elementi che introducano squilibrio nella decisione del soggetto interessato.
Dopo un'indagine approfondita, la DPC ha concluso che WhatsApp Ireland non ha chiarito in modo esplicito la base legale o le ragioni per la richiesta di elaborazione dei dati degli utenti, violando gli articoli 12 e 13 della GDPR. A questo punto il DPC avvierà una nuova indagine su tutte le operazioni di elaborazione di WhatsApp, al fine di determinare se vi siano violazioni dell'articolo 9 del GDPR sul "trattamento di categorie speciali di dati personali". WhatsApp ha dichiarato di voler fare ricorso contro la decisione, sostenendo che il proprio servizio è conforme alla legge.