WhatsApp è finito sotto accusa per gli sticker generati dall'intelligenza artificiale. La funzione appena rilasciata da Meta - non ancora in Italia - consente di creare adesivi personalizzati semplicemente digitandone la descrizione sull'app. L'AI generativa della società di Zuckerberg elabora la richiesta proponendo una o più immagini che l'utente può a sua volta salvare e condividere con i suoi contatti.
Digitando alcune parole chiave come Palestina o palestinese o bambino musulmano palestinese l'AI di WhatsApp crea sticker che raffigurano armi o un ragazzino palestinese armato. A quanto pare il risultato varia a seconda dell'utente che formula la richiesta, ma le prove effettuate da The Guardian hanno confermato come tali adesivi risultino tra i più diffusi proposti dall'intelligenza artificiale quando si usano queste keyword. Viceversa, digitando ragazzo israeliano vengono creati sticker raffiguranti bambini che giocano o leggono. Hamas non restituisce nessun risultato, mentre curiosamente cercando esercito israeliano vengono generate immagini di militari ritratti a pregare, senza armi.
Meta ha affermato di essere a conoscenza del problema:
Come abbiamo detto quando abbiamo lanciato la funzionalità, i modelli potrebbero restituire output imprecisi o inappropriati come con tutti i sistemi di intelligenza artificiale generativa. Continueremo a migliorare queste funzionalità man mano che evolvono e sempre più persone condivideranno i loro feedback - Kevin McAlister, portavoce di Meta
Quello delle immagini non è l'unico problema riscontrato sulla piattaforma social: alcune testimonianze riportano infatti che palestinese + Lode ad Allah viene tradotto in terrorista palestinese. Meta si è scusata per questo grave errore, spiegando che si era trattato di un problema tecnico. Scuse non sufficienti per placare gli animi di alcuni politici: "Quanti altri bug razzisti devono essere scoperti prima che venga intrapresa un'azione seria?" ha detto il senatore australiano Mehreen Faruqi.