Finalmente c’è un piano ufficiale da parte di Microsoft per supportare Windows sui computer Mac con processori Apple Silicon: un nuovo documento di supporto sul sito della società riconosce formalmente la possibilità di eseguire le versioni ARM di Windows 11 Pro ed Enterprise su tutti i Mac M1 e M2 usciti finora (e immaginiamo che il documento sarà aggiornato con le prossime generazioni) tramite Parallels Desktop 18. Quindi continua a mancare la possibilità di installare nativamente il sistema operativo nella macchina, come funzionava ai tempi dei Mac Intel grazie a Boot Camp, ma almeno una soluzione ufficiale per la virtualizzazione.
Windows ARM virtualizzato ha delle limitazioni che è bene tenere presente. Le app ARM a 32 bit non sono più supportate, perché Microsoft preferisce mantenere solo la compatibilità con i 64 bit, e la compatibilità con i dispositivi esterni è vincolata dall’esistenza o meno di un driver ARM a 64 bit. Tutte le funzioni di Windows che richiedono ulteriore virtualizzazione, tra cui le app Android, Windows Sandbox e le app Linux, non sono compatibili, e nemmeno app e giochi che richiedono DirectX 12 oppure OpenGL 3.3.
È giusto osservare che Parallels supporta già Windows 11 da qualche tempo, tuttavia l’assenza di un’autorizzazione ufficiale Microsoft significava che era possibile usare solo build Insider, non quelle stabili. Non è chiaro precisamente il meccanismo con cui ciò funzionerà - finora è stato di fatto impossibile acquistare in autonomia una copia di Windows Arm, si può solo comprare un computer che ce l’ha installato, come i Surface Pro X di Microsoft stessa. Vale la pena osservare che Microsoft ha stretto un accordo commerciale direttamente con Parallels.
Windows 11 virtualizzato gira già piuttosto bene ora con le build Insider, possiamo solo immaginare che con quelle ufficiali le cose miglioreranno ancora, almeno un pochino; ma è chiaro che non è paragonabile a un sistema operativo “nativo”. Sembra sempre meno realistico aspettarsi che ciò avverrà, a meno di un accordo diretto tra Apple e Microsoft, che in questa fase sembra estremamente improbabile, per essere ottimisti.