Dopo un mese di gennaio probabilmente da record, con gli enormi annunci di Google, Microsoft e Amazon tra gli altri, continua l'ondata di licenziamenti che sta colpendo il settore tech in questi ultimi mesi. Questa volta tocca a Zoom, la società che ha sviluppato l'omonimo software di videoconferenze esploso proprio nelle prime fasi della pandemia di COVID-19, ad annunciare tagli significativi: 1.300 persone circa, pari a più o meno il 15% della forza lavoro totale.
L'annuncio risale a qualche ora fa ed è stato pubblicato dall'amministratore delegato Eric Yuan sul blog ufficiale dell'azienda, che ha già iniziato anche a contattare i diretti interessati. Negli USA, i pacchetti di buonuscita prevedono fino a 16 settimane di stipendio e assicurazione sanitaria, pagamento dei bonus generati per il 2023 fiscale, supporto per la ricerca di nuovi posti di lavoro e altro ancora. Per i dipendenti di altri Paesi verranno applicate altre condizioni anche in base alle leggi locali.
Eric Yuan dice che i licenziamenti sono il risultato del periodo di incertezza economica che stiamo vivendo, in larga parte riconducibile sia alla pandemia di COVID-19 sia alla guerra tra Russia e Ucraina; ma che sono stati anche commessi degli errori dalla dirigenza - in particolare non si è preso il tempo dovuto per valutare se il ritmo di crescita adottato in quel periodo era sostenibile o meno.
In qualità di amministratore delegato, Yuan ha detto di volersi assumere la responsabilità della situazione "con i fatti oltre che con le parole": quindi ha annunciato che rinuncerà al 98% del suo stipendio e a tutti i bonus aziendali per tutto l'anno fiscale. Inoltre, i membri della leadership si ridurranno lo stipendio del 20% e rinunceranno anch'essi ai bonus aziendali dell'anno.