Amazon Drive verso il capolinea: switch-off a fine anno prossimo

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Forse non tutti lo sanno, ma come per Amazon Photos e Google Foto esiste un'alternativa sviluppata dalla società di Jeff Bezos al servizio di cloud storage Google Drive: si chiama, semplicemente, Amazon Drive. Non ha avuto grande successo, e quindi è arrivato l'annuncio ufficiale della sua chiusura. Lo spegnimento definitivo dei server avverrà il 31 dicembre 2023; insomma, c'è ancora un bel po' di tempo per correre ai ripari.

Nella sua nota ufficiale (basta seguire il link FONTE in fondo all'articolo), Amazon spiega che lo spegnimento di Drive è motivato dal desiderio di concentrare tutte le risorse nello sviluppo di Photos "per garantire ai clienti una soluzione dedicata per l'archiviazione di foto e video". Stando al comunicato, non ci saranno strumenti automatizzati per il trasferimento e il salvataggio dei dati: bisognerà recarsi sul sito Web del servizio (ovvero amazon.com/clouddrive) e scegliere manualmente file e cartelle da mantenere. Tuttavia, foto e video saranno trasferiti automaticamente su Amazon Photos - o meglio, è una procedura che il servizio già completa "d'ufficio". Già che ci siamo, vale la pena ricordare che per gli abbonati Prime Amazon Photos offre lo storage illimitato delle foto senza compressione, ma solo delle foto, non dei video. Per quelli ci sono 5 GB gratis, poi bisogna acquistare storage a parte.

Amazon, secondo trimestre tra luci e ombre a causa di Rivian

Economia e mercato 29 Lug

Per chi ha una collezione di file molto grossa, può essere una buona soluzione fare ricorso alle app ufficiali per desktop o mobile. Tali app rimarranno online fino alla chiusura del servizio, tuttavia non riceveranno più aggiornamenti nemmeno di sicurezza. Gli utenti che hanno acquistato un piano premium (Amazon Drive offre 5 GB gratis a tutti) possono scegliere di cancellarlo in anticipo; è previsto un rimborso. che viene calcolato automaticamente durante la procedura.

La notizia giunge a distanza di poche ore appena dal rapporto finanziario relativo al secondo trimestre dell'anno. Le cose sono andate bene e male, nel senso che la piattaforma in sé è cresciuta come fatturato e domanda dei clienti, ma gli utili netti hanno sofferto per via della repentina e cospicua espansione dell'infrastruttura logistica durante la pandemia, e che ora rimane almeno parzialmente inutilizzata, e dell'investimento nel costruttore di velicoli elettrici Rivian. Ha senso pensare che, oltre a misure importanti come l'aumento di prezzo per il servizio Prime, la società stia cercando di razionalizzare la propria offerta di servizi tagliando eventuali rami secchi.


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