Android 16 forzerà il riavvio dopo 3 giorni di inattività: protezione extra contro i furti

1 day ago 38

Google sta lavorando a una nuova funzione di sicurezza per Android 16, ispirata a una misura già presente su iOS 18 e in GrapheneOS, sistema operativo basato su Android con un fortissimo focus sulla privacy. Secondo quanto rivelato da un APK "teardown" fatto da Android Authority sulla versione 25.11.34 dell'app Google Play Services, sarebbe in arrivo una funzione denominata "inactivity reboot" che farà riavviare automaticamente un dispositivo Android se rimane bloccato per tre giorni consecutivi.

Nel codice analizzato compare una stringa chiara:


L'acronimo "AAPM" suggerisce l'integrazione della funzione all'interno della modalità Advanced Protection Mode prevista per Android 16, già nota per altre misure stringenti come il blocco del sideloading, la disattivazione delle connessioni 2G e il supporto alle memory tagging extensions.

UNA FUNZIONE NUOVA PER ANDROID

L'inactivity reboot non è una novità assoluta nel panorama mobile: Apple l'ha introdotta discretamente con iOS 18, implementando un riavvio automatico se il dispositivo resta bloccato per tre giorni. L'obiettivo è chiaramente quello di ostacolare accessi illeciti o tentativi di sblocco da parte di malintenzionati, aumentando la sicurezza dei dati personali.

Prima ancora di Apple, GrapheneOS offriva già una funzione analoga in modo opzionale, arrivando perfino a ridurre il tempo di inattività necessario al riavvio da 72 a 18 ore. Il team dietro questa ROM ha anche individuato a gennaio 2024 alcune vulnerabilità nei firmware dei dispositivi Pixel e Galaxy, vulnerabilità che però non riguardavano i dispositivi a riposo, ovvero spenti o rimasti bloccati dopo l'accensione.

Oltre alla funzione di riavvio automatico per inattività, Google sta sviluppando diverse novità all'interno dell'Advanced Protection Program previsto per Android 16. Tra le modifiche in arrivo figurano nuove impostazioni e una nuova API che permetteranno di iscrivere i dispositivi Android al programma direttamente dalle impostazioni di sistema. Inoltre, grazie alla nuova interfaccia di programmazione, le app potranno verificare se il telefono è registrato al programma di protezione avanzata e adattare di conseguenza il proprio comportamento, ad esempio limitando alcune funzioni o attivando ulteriori misure di sicurezza.

L'introduzione di queste funzioni su Android 16 rappresentano un importante passo avanti sul fronte della sicurezza. Anche se si tratta di funzioni ancora in fase di sviluppo – e che potrebbero non essere incluse nella versione finale del sistema operativo – la direzione presa da Google appare chiara: rafforzare la protezione dei dispositivi Android adottando soluzioni già testate con successo su altre piattaforme.


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