App di videochiamate spione: continuano ad ascoltarci anche a microfono "spento"
13 Aprile 2022 3
Siamo davvero sicuri che, una volta disattivato l'audio, il microfono dello smartphone, PC o smart speaker smetta di ascoltare le nostre conversazioni? A quanto pare dovremmo iniziare a preoccuparci, perché sembra che tante app di videochiamata restino all'ascolto anche quando il microfono, apparentemente, è disattivato. Proprio su questo tema il Garante della Privacy aveva aperto un'indagine lo scorso anno in Italia, e secondo uno studio condotto dall'University of Wisconsin-Madison pare che il problema sia ancora più diffuso di quanto si possa pensare.
Tutto è nato casualmente, quando un esperto di privacy online ha osservato che, una volta conclusa una videoconferenza, la spia del microfono era rimasta accesa nonostante l'audio in entrata fosse stato disattivato. Da qui l'intenzione di ampliare l'indagine, analizzando il comportamento delle più popolari app di videochiamata su iOS, Android, Windows e Mac. Queste le parole di Kassem Fawaz, autore dello studio:
Si scopre che nella stragrande maggioranza dei casi, quando si disattiva l'audio, queste app non rinunciano ad accedere al microfono. E questo è un problema. Quando l'audio è disattivato, le persone non si aspettano che queste app raccolgano dati.
In altre parole, se l'accesso alla videcamera dello smartphone può essere facilmente controllato (basta metterci un dito sopra per essere sicuri di non essere visti, per intenderci), altrettando non può dirsi per il microfono. Una volta terminata una videochiamata, chi ci dà la garanzia che non si venga ancora ascoltati?
LA PRIMA FASE DELLO STUDIO
Innanzitutto si è cercato di analizzare il contesto, chiedendo a 223 utenti di app di videoconferenza come interpretano la funzione muto del microfono sul loro dispositivo: pensiero univoco nel ritenere scorretto che il microfono continui ad ascoltare anche se l'audio è disattivato, ma non tutti hanno fiducia sul fatto che la loro privacy sia esente da ogni pericolo.
LA SECONDA PARTE DELLO STUDIO
É stata poi analizzata ciascuna singola app, mettendola alla prova per verificare che tipologia di dato viene eventualmente raccolto a microfono spento. Sono stati così tracciati gli audio non elaborati nel tragitto app-dispositivo-rete ad app chiusa: ebbene, tutte le app sottoposte a test raccoglievano "occasionalmente" dati audio anche con la funzione mute on, una di queste addirittura raccoglieva lo stesso quantitativo di dati audio indipendentemente dal fatto che il microfono fosse spento o meno.
Si è cercato di capire se le informazioni raccolte a microfono spento erano sufficienti per riconoscere il tipo di attività in background durante una videochiamata. Ebbene, gli algoritmi di machine learning - opportunamente allenati - sono riusciti a riconoscere correttamente l'81,9% degli scenari.
COME COMPORTARSI
Il team di ricerca presenterà i risultati completi nel corso di un evento dedicato alla privacy la prossima estate e ritiene che l'implementazione di un tasto di disattivazione del microfono a livello di sistema possa rappresentare la migliore soluzione, così che una volta premuto l'utente sia certo che l'app di videochiamata non abbia più in alcun modo l'accesso (leggasi: autorizzazione ad accedere) al microfono. Lo strumento già è presente sugli smartphone, ma - dice l'autore - è spesso nascosto nei meandri dei sotto-menù. Renderlo disponibile in modo facilmente accessibile limiterebbe drasticamente i rischi per la nostra privacy.
Credits immagini: Pixabay