Apple, -3% agli sviluppatori che gestiscono i pagamenti da sé. E Google non fa meglio

2 years ago 231

Mentre in alcune parti del mondo, come la Corea del Sud, le autorità regolatrici combattono al fianco degli sviluppatori per far sì che Apple e Google non costringano gli utenti a passare necessariamente attraverso i loro canali di pagamento, l'Olanda ha obbligato gli uomini di Cupertino a consentire che i proventi generati dalle app per incontri - e solo quelle - potessero transitare anche al di fuori da App Store.

La misura è arrivata alle porte del Natale scorso per decisione di un tribunale olandese e dell'equivalente locale dell'AGCM italiano, il quale peraltro ha stabilito che Apple si allineasse alla decisione entro il 15 gennaio pena una multa da 5 milioni di euro per ciascuna settimana di ritardo (la prima notifica è già partita). Apple non solo non avrebbe provveduto per tempo a concedere agli sviluppatori di raccogliere denaro anche attraverso piattaforme terze, ma secondo l'ente avrebbe pure provato a dissuadere gli sviluppatori dal farlo.

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Adesso a Cupertino lanciano un altro segnale che non sembra essere troppo conciliante, soprattutto nei confronti degli sviluppatori. Riguarda l'importo della riduzione delle commissioni: gli sviluppatori delle app di dating - Tinder o Happn per fare due esempi noti - che decideranno di esternalizzare i pagamenti pagheranno il 3% in meno di commissioni, quindi dell'importo totale della transazione dovranno versare a Cupertino il 27% piuttosto che il 30% normalmente a carico di chi delega ad Apple la riscossione del dovuto.

Google comunque non è stata molto più generosa di Apple: secondo Reuters, la riduzione per il mancato servizio che l'azienda ha deciso di applicare in Corea del Sud ammonta al 4% appena, mentre a questo punto è probabile che Apple confermi lo "sconto" del 3% annunciato per l'Olanda. La Corea, lo ricordiamo, è stata molto più dura nei confronti dei due giganti del tech: l'amministrazione ha legiferato per obbligare Apple e Google ad offrire un'alternativa agli sviluppatori, e le due avranno tempo fino al 15 marzo per adeguarsi.

Absolutely vile. This says everything about @tim_cook’s Apple and what it thinks of developers. I hope the company gets exactly what it deserves. Everybody on their executive team should be ashamed, and some of them should not be here when it’s all over. We all see you https://t.co/cLOAqWXnU5

— Steve Troughton-Smith (@stroughtonsmith) February 4, 2022

Comprensibilmente piccate le reazioni dei primi sviluppatori a sapere del 3% di abbuono di Apple sulle commissioni. Lo sviluppatore Steve Troughton-Smith ad esempio ha definito la tassa sui pagamenti esterni "assolutamente vile" aggiungendo che "ogni componente del team esecutivo dovrebbe vergognarsi".

È chiaro del resto che se la prospettiva è quella di scegliere se pagare il 30% per ottenere da Apple un servizio all inclusive oppure di risparmiare il 3% per sobbarcarsi i costi, non solo economici ma anche gestionali, di una piattaforma esterna, la convenienza è pressoché nulla. Di fatto, alle condizioni attuali, Apple e Google offrono sì un'opzione aggiuntiva ma poco attraente sul fronte dei costi: autorità, governi e tribunali sembra che abbiano sparato a salve.


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