Apple e Qualcomm ora fanno paura: Intel e AMD si alleano per far sopravvivere i loro chip

16 hours ago 43

L'arrivo dei processori ARM su computer portatili e desktop ha scombinato i piani di Intel e AMD. Prima Apple con la serie M e poi Qualcomm con gli Snapdragon X hanno saputo mettere in crisi il dominio dell'architettura x86, puntando soprattutto su aspetti in cui ARM eccelle: efficienza energetica e integrazione delle componenti.

Se però pensate che per x86 sia arrivato il momento di abbandonare le scene, vi sbagliate di grosso. Intel e AMD ci credono ancora e hanno appena dato vita ad un nuovo consorzio, che punta a difendere e sviluppare l'architettura.

Questa dunque è la storia di x86 Ecosystem Advisory Group e di come siamo arrivati al punto che si rendesse necessaria la sua esistenza.

Cos'è x86 Ecosystem Advisory Group

La nuova associazione x86 Ecosystem Advisory Group è stata fondata da Intel e AMD, ma raccoglie al suo interno anche diverse aziende e personalità del settore, non legate direttamente alla produzione di processori e SoC.

In particolare, segnaliamo la presenza di Linus Torvalds (creatore del kernel Linux) e Tim Sweeney (fondatore di Epic Games), oltre che diversi protagonisti del mondo tech: Broadcom, Dell, Google, Hewlett Packard Enterprise, HP Inc., Lenovo, Meta, Microsoft, Oracle, Red Hat. In poche parole, c'è buona parte del gotha dell'informatica mondiale.

Il gruppo è simile ad altre associazioni che si occupano di gestire e sviluppare le tecnologie più importanti per il funzionamento dei dispositivi moderni, come Wi-Fi Alliance, USB Implementers Forum, Bluetooth Special Interest Group e molti altri.

Anche la stessa ARM ha il suo consorzio dedicato: si chiama ARM Institute, raccoglie oltre 400 membri ed è (in un certo senso) il corrispettivo di x86 Ecosystem Advisory Group.

Scopo della collaborazione

Sulla carta, la nascita di x86 Ecosystem Advisory Group è legata alla volontà di Intel e AMD di creare un gruppo di collaborazione per semplificare e velocizzare lo sviluppo dell'architettura x86 e di tutto l'ecosistema ad essa collegato.

Nella pratica, però, sembra quasi un patto col diavolo. Le due aziende americane combattono da decenni per il dominio del mercato dei processori, sia su desktop che su mobile. In passato hanno già collaborato per lo sviluppo di alcune tecnologie condivise, ma restano concorrenti diretti, hanno le stesse necessità e gli stessi interessi.

Proprio in questi ultimi punti si nasconde il motivo della creazione del gruppo. Intel e AMD hanno lo stesso grande problema, la concorrenza dei processori ARM, ed è per questo che vogliono fare fronte comune. Bisogna difendersi e contrattaccare, bisogna farlo insieme.

I CEO di Intel (Pat Gelsinger) e AMD (Lisa Su)

Nel corso degli ultimi anni, le aziende che usano l'architettura ARM hanno iniziato a conquistare quote di mercato non indifferente. La più importante se l'è presa ovviamente Apple, con i suoi Apple Silicon già arrivati alla quarta generazione (M4), ma stanno iniziando a fare capolino anche Qualcomm e MediaTek, che offrono SoC ARM molto interessanti per notebook Windows e Chromebook.

Se Intel e AMD vogliono continuare ad essere rilevanti, in particolare nel mercato dei notebook, devono agire subito e migliorare l'architettura x86, che dopo 46 anni dalla sua introduzione necessità di una bella rinfrescata.

Punti da migliorare su x86

Esistono punti molto chiari sui quali la collaborazione tra Intel e AMD dovrà spingere sull'acceleratore. Sono gli ambiti in cui ARM si comporta meglio al momento, ma anche quelli più caldi per i prossimi anni.

AMD Ryzen AI 300

Abbiamo dunque stilato un elenco dei miglioramenti più urgenti che dovrebbero essere implementati, secondo il nostro parere.

  • Efficienza energetica: l'ambito in cui i SoC ARM brillano, mentre Intel e AMD fanno ancora fatica. Con le nuove generazioni appena lanciate (Intel Core Ultra 200V e AMD Ryzen AI 300) si sono fatti passi in avanti evidenti, ma serve ancora una spinta per raggiungere i livelli di Apple Silicon e Snapdragon X Elite. L'efficienza energetica impatta fortemente sull'autonomia dei notebook e sulla gestione delle temperature, per questo è fondamentale tenerla come priorità assoluta.
  • Intelligenza artificiale: per gestire bene le funzionalità con AI, non basta aggiungere solo una NPU al SoC. Si deve ragionare a livello di ecosistema, integrando al meglio CPU, NPU e GPU per produrre il massimo dei TOPS.
  • Integrazione componenti: i SoC basati su architettura ARM sono costituiti da vari moduli, quasi sempre più avanzati di quelli che si trovano sui processori Intel e AMD. Sarebbe necessario un netto miglioramento anche su questo fronte, per avere migliori prestazioni in contesti specifici (connettività, processamento d'immagine, codifica/decodifica, privacy).
  • Versatilità: il vero tallone d'Achille dei processori x86, che hanno una scalabilità più limitata rispetto agli ARM. Lavorare su questo fronte potrebbe garantire prestazioni ottimizzate su ogni categoria di dispositivo (PC desktop, notebook, tablet, embedded) e aprirsi anche a contesti sinora meno esplorati (domotica e IoT avanzata).
  • Semplificazione: rendere più semplice la vita agli sviluppatori, garantendo un supporto migliore per l'integrazione delle tecnologie su x86. Il rapporto con programmatori e produttori hardware deve essere il più diretto possibile, in modo da trovare insieme le soluzioni più utili per la crescita dell'ecosistema.
Intel Core Ultra

Lavorando al meglio su questi punti e collaborando attivamente tra loro, Intel e AMD possono far evolvere davvero i processori x86.

Ancora oggi, sono i chip di questo tipo a garantire le prestazioni più alte in assoluto, nonostante i tanti svantaggi di cui abbiamo parlato. La base di partenza è buona, ma bisogna darsi da fare per non perdere il terreno su tutto il resto.

Il nuovo x86 Ecosystem Advisory Group servirà proprio a questo e vedremo nei prossimi anni il frutto di questa particolare collaborazione.

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