Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alla Commissione Esteri del Senato.
“Nel dominio cibernetico la sicurezza svolge un ruolo fondamentale. Privo di confini definiti per sua stessa definizione, il dominio manifesta oggi una forma di conflittualità costante, anche in assenza di un conflitto tradizionale. Da ciò derivano rilevanti problematiche legate alle coperture normative e alla sovrapposizione di competenze tra diversi attori istituzionali. La Difesa deve essere in grado di operare anche autonomamente, pianificando e conducendo operazioni militari sia difensive che offensive, non solo in caso di conflitti evidenti, ma anche in risposta ad attacchi o minacce alle infrastrutture critiche e gli interessi vitali del Paese”.
Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alla Commissione Esteri del Senato.
“Essenziale e non più procrastinabile un quadro normativo adeguato che ci consenta di operare efficacemente in questo settore, anche coordinandoci con gli altri attori rilevanti – ha ribadito – È cruciale un approccio coordinato tra le varie istituzioni, in particolare i cosiddetti pilastri cyber e, in tale ottica, segnalo che la Difesa e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale sono state nominate Autorità per la gestione delle crisi cibernetiche. Abbiamo osservato come le azioni malevole condotte nel dominio cibernetico producano effetti nella dimensione cognitiva, tesi a influenzare pensieri, comportamenti e decisioni, manipolando o modificando la percezione della realtà. La Difesa è consapevole dei rischi legati all’uso strumentale della disinformazione, volta a influenzare l’opinione pubblica, il confronto democratico e i processi elettorali e decisionali. Allo stesso modo, l’uso disinvolto dell’Intelligenza Artificiale, incrementa i rischi di manipolazione e rende fondamentale aumentare la nostra consapevolezza, migliorare la resilienza delle istituzioni, potenziare la comprensione delle minacce e rafforzare la capacità di prevenzione e risposta”.
Difesa: “Siamo ancora lontani dal famoso 2% del Pil entro il 2028”
Adeguare gli stanziamenti per la Difesa “è indispensabile per affrontare le nuove sfide e rispettare gli impegni presi in ambito Nato: siamo ancora lontani dal famoso 2% del Pil entro il 2028, che ormai non è più un semplice obiettivo, ma un requisito minimo” ha aggiunto.
Crosetto ha ricordato che “per il 2024 siamo all’1,54%, che diventerà l’1,57 nel 2025 e l’1,61% nel 2027. Governi di alto colore avevano fissato l’obiettivo del 2% al 2028”. E’ positiva, secondo il ministro, “l’apertura del nuovo commissario europeo alla Difesa sull’esclusione delle spese militari dal Patto di stabilità, ma bisogna anche studiare meccasimi di emissioni di debito per sostenere gli stanziamenti, magari con copertura europea, in modo da rendere neutro qualsiasi impatto nazionale delle spese per la difesa”.