Come sarà l’approccio di Donald Trump alla cybersecurity statunitense

1 month ago 63

Nel 2025 Donald Trump potrebbe adottare una politica sulla cybersecurity ridotta e mirata a proteggere le infrastrutture critiche lasciando in secondo piano la lotta alla disinformazione elettorale. In mente anche la riorganizzazione della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA)?

Donald Trump ha ufficialmente vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2024, sconfiggendo la vicepresidente Kamala Harris e ottenendo il suo secondo mandato. La campagna elettorale è stata caratterizzata da un’intensa polarizzazione, con Trump e il suo candidato vicepresidente J.D. Vance che hanno puntato su temi divisivi come immigrazione, criminalità e malcontento economico, ottenendo il sostegno soprattutto di giovani e uomini. Elon Musk ha giocato un ruolo chiave nella promozione di Trump tramite la piattaforma X contribuendo finanziariamente e mediaticamente alla sua campagna​.

La vittoria di Trump, unita al controllo del Senato da parte dei Repubblicani, potrebbe favorire un’agenda conservatrice ancora più decisa, con piani per limitare certi diritti e riorganizzare le agenzie federali per supportare le sue politiche. Inoltre, vi è il timore di un cambiamento nella politica estera, con la possibilità di un disimpegno da alleanze come la NATO​. Ma come sarà il suo approccio lato cyber?

Cybersecurity: Donald Trump riorganizzerà la CISA?

A partire dal 2025, Donald Trump potrebbe adottare una politica cyber più ridotta e mirata a proteggere le infrastrutture governative e i settori critici, lasciando in secondo piano la lotta alla disinformazione elettorale. Ci sono piani in discussione, come quelli del progetto “Project 2025” sostenuto da gruppi conservatori, che propongono una riorganizzazione della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA), con possibili riduzioni del personale e un focus esclusivo su minacce informatiche dirette e non sulla disinformazione online​.

Gran sostenitore per espandere le capacità cibernetiche militari contro minacce esterne, Trump supporta una limitata supervisione federale sulle pratiche di sicurezza cibernetica del settore privato e incoraggia le collaborazioni per la Ricerca e Sviluppo con le aziende tech per la difesa cibernetica. Pianifica inoltre di aumentare gli investimenti nelle unità cibernetiche per proteggere la sicurezza nazionale.

Donald Trump e cybersecurity: le sanzioni verso Paesi ostili per combattere spie e ransomware

L’attacco informatico dell’Iran alla campagna di rielezione di Trump avvenuto lo scorso agosto probabilmente lo incoraggerà a intensificare le sanzioni e altre misure ritorsive contro l’Iran. Trump inoltre potrebbe spostare le operazioni di cybersecurity offensive dalla Russia e dalla Corea del Nord verso la Cina e l’Iran.

La cybersecurity per Donald Trump è sempre stata una questione bipartisan, guidata dalle minacce statali piuttosto che da questioni sociali o economiche. Trump ha adottato una linea commerciale dura con l’Unione Europea, ma gli esperti non credono che tale tensione si riversi nello spazio cyber, dove le partnership internazionali sono fondamentali per combattere spie e gruppi di ransomware.

Il caso Taiwan

Il corso dell’agenda cyber di Trump sarà probabilmente deciso dal modo in cui l’ex presidente affronterà il ruolo della CISA e i rapporti diplomatici con Taiwan, affermano gli esperti.

Nel 2020, Trump licenziò notoriamente il direttore della CISA per aver dichiarato che le elezioni di novembre non erano state truccate. Ora, alcuni esperti ipotizzano che Trump potrebbe scegliere di nominare un nuovo direttore che promuova la riduzione dei finanziamenti dell’agenzia per il contrasto alla disinformazione elettorale. Su Taiwan, Trump ha detto a Bloomberg in un’intervista a luglio di essere poco favorevole a difendere Taiwan da una possibile invasione cinese, in netto contrasto con gran parte del lavoro e delle preparazioni attuali dell’intelligence statunitense.

Non solo cybersecurity: cosa pensa Donald Trump su AI, big tech, privacy, relazioni Usa e Cina, chip e tecnologie militari

Non solo cyber. Con la nuova elezioni di Trump il settore tecnologico si preparerà a nuovi cambiamenti. Ecco cosa pensa Donald Trump su AI, big tech, privacy, relazioni Usa e Cina, chip e tecnologie militari:

AI

Trump propone una regolamentazione minima dell’AI per mantenere il dominio dell’innovazione statunitense. Pone in cima alle priorità le applicazioni di difesa dell’AI con un focus sulla sicurezza nazionale e supporta lo sviluppo di AI open-source con limitata supervisione federale.

Incoraggia la formazione professionale guidata dal settore privato per i ruoli influenzati dall’AI e considera l’AI un motore economico, sostenendo la formazione guidata dall’industria.

Big Tech e Azioni Antitrust

Il neo presidente ha sempre criticato le Big Tech, accusandole di un pregiudizio anti-conservatore nella moderazione dei contenuti. Sostiene azioni antitrust in corso contro le aziende monopolistiche spingendo la concorrenza di libero mercato ma prende di mira le aziende viste come censuranti delle voci conservatrici.

Probabilmente allenterà l’applicazione delle leggi antitrust per le aziende che ritiene allineate con i valori del libero mercato.

Privacy dei dati e Protezione dei consumatori

Il neo presidente è un gran sostenitore per un intervento federale limitato, favorendo standard di dati guidati dall’industria. Si oppone a leggi estese sulla privacy dei dati, suggerendo soluzioni guidate dal mercato. Sostiene i diritti individuali senza imporre rigidi mandati federali. Favorisce l’autoregolamentazione nella sicurezza dei dati all’interno delle aziende tech.

Relazioni tra tecnologia USA e Cina

Trump si oppone fortemente all’influenza tecnologica cinese, sostenendo dazi su beni di aziende come Huawei e ZTE. Pianifica di vietare le piattaforme di proprietà cinese come TikTok, citando preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. Sostiene inoltre la restrizione delle esportazioni di tecnologie sensibili come AI e semiconduttori in Cina. Cerca l’indipendenza della catena di approvvigionamento dalla Cina nei settori tecnologici critici e propone dazi sulle aziende tech cinesi considerate rischi per la sicurezza.

Semiconduttori e Chip

Pianifica di aumentare la produzione nazionale, imponendo dazi sui semiconduttori esteri. Suggerisce incentivi per le aziende americane per fabbricare semiconduttori negli Stati Uniti.

Propone di allentare le regolamentazioni per accelerare la costruzione di impianti di chip domestici e supporta partnership legate alla difesa per garantire l’approvvigionamento di chip negli Stati Uniti. Vorrebbe controlli rigorosi sulle esportazioni di semiconduttori verso nazioni considerate minacce come la Cina.

Tecnologia Militare

Priorità all’AI e all’automazione nei sistemi militari per potenziare le capacità difensive degli Stati Uniti. Il tycoon sostiene un aumento dei finanziamenti per la difesa per la R&S in settori come la tecnologia dei droni e i veicoli autonomi.

Incoraggia le partnership con il settore privato per lo sviluppo più rapido di tecnologie di grado militare. Cerca un minimo controllo normativo per i fornitori della difesa per accelerare l’innovazione. Difende la produzione nazionale di componenti tecnologici militari per evitare dipendenze estere.

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