Presentato il white paper del Centro Studi TIM che evidenzia la necessità di fare rete per sviluppare prodotti e servizi proprietari all’avanguardia. All’evento presente anche il Dg dell’ACN Bruno Frattasi: “L”uso dei mezzi digitali? Andrebbe insegnato fin dalle elementari”.
“Oggi serve dotarsi di tecnologie proprietarie certificate e gestite internamente al perimetro nazionale e occorrono quindi esperti e competenze specifiche ma anche una cultura nuova. Le aziende premiate oggi testimoniano il potenziale delle imprese italiane nel campo della cybersecurity e sottolineano l’importanza di creare un ecosistema collaborativo per garantire la sicurezza digitale”.
Lo ha detto Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di TIM, Amministratore Delegato di Telsy, all’evento TIM “Cybersecurity Made in Italy Challenge”, evento di presentazione del white paper del Centro Studi TIM che evidenzia la necessità di fare rete per sviluppare prodotti e servizi proprietari all’avanguardia.
“L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale”, ha continuato il CEO di Telsy. “Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro paese, promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, ha concluso Santagata, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali”, ha continuato.
“L’Italia è bersaglio di numerosi eventi cyber, che spesso si traducono in attacchi. Per questo è fondamentale proteggere la pancia del Paese, che sono le piccole e medie imprese e che sono una nostra ricchezza”. Negli anni, ha aggiunto partecipando a LiveIN di Sky, “l’attenzione verso l’Italia è cresciuta, con un innalzamento dell’intensità di attenzione da parte di chi pone in essere questi attacchi che è aumentato dal 2017 in poi”. Si tratta, ha concluso Santagata, di “un problema che non avrà mai fine. Oggi abbiamo nel mondo 46 miliardi di dispositivi connessi; questo numero, secondo alcune stime, salirà a 125 nel 2030. Occorre dunque portarsi al passo con le strategie di difesa”.
Cosa dice il white paper “Cybersecurity Made in Italy”
Il mercato nazionale della cybersecurity è in forte sviluppo – con un tasso di crescita media annua dell’11-12% per un valore stimato in circa 2,5 miliardi di euro nel 2025 – ed è caratterizzato da un’elevata frammentazione, con oltre 3000 aziende, metà delle quali concentrate in tre regioni: Lazio, Campania e Lombardia.
Secondo quanto emerso dal rapporto del Centro Studi TIM, le realtà dedicate ai servizi cyber che sono riuscite ad affermarsi seguendo un chiaro percorso di crescita rappresentano appena il 10 – 15% del mercato. Tra queste prevalgono due modelli alternativi: società che si focalizzano su un unico segmento di clientela – ad esempio con servizi dedicati al sistema bancario – e società con un’offerta più ampia “one stop shop” (più della metà delle imprese esaminate) al cui interno è presente almeno una tecnologia proprietaria (3/4 delle imprese del campione).
Tuttavia, la gran parte del mercato rimane oggi polarizzata tra i grandi gruppi ICT il cui portafoglio di offerta include anche i servizi cyber e piccole realtà molto specializzate che faticano a crescere, e presenta un livello di “polverizzazione” molto maggiore rispetto a quello degli altri grandi Paesi europei. In particolare, l’Italia, secondo le stime del Centro Studi TIM, ha 1,6 imprese di cybersecurity per miliardo di PIL, un numero doppio rispetto al Regno Unito (0,8 imprese per miliardo di PIL) e superiore anche a quello della Spagna (1,2 imprese per miliardo di PIL).
Competenze cyber, per il dg dell’ACN Bruno Frattasi: “L’uso dei mezzi digitali andrebbe insegnato fin dalle elementari”
“ieri l’ACN ha pubblicato la seconda relazione annuale che conta appunto 12 mesi dell’anno, un resoconto completo. Oggi ho visto che molti media ne hanno parlato ed è una cosa che mi fa enormemente piacere. Questo perché si sta diffondendo, finalmente, una cultura della cybersicurezza in tutto il Paese che non era così scontata“, ha sottolineato Bruno Frattasi, Direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale intervenendo all’evento di Tim. “Autonomia strategia e sovranità e obiettivi paese per eliminare dipendenza da fornitori terzi che non vuol dire solo sicurezza ma anche sviluppo nell’innovazione”, ha continuato. Tra le criticità evidenziate dal Dg emerse nel White paper di Tim, quella legata alle “Pmi che sono soggetti fragili per povertà di competenze” ma anche il fatto che il “mercato e’ frammentato”.
Frattasi ha ricordato l’importanza della formazione per lo sviluppo delle competenze, di qui l’importanza di sviluppare una consapevolezza informatica sin da giovanissimi “a partire dalle scuole elementari” ha concluso il direttore generale.
Challenge “Cybersecurity Made in Italy”, le tre aziende premiate
Proprio con l’obiettivo di sviluppare nuove soluzioni volte a contrastare il crescente fenomeno legato ai rischi informatici e di arricchire il portafoglio dei servizi TIM Enterprise e Telsy che fanno uso di tecnologie innovative e proprietarie nazionali è stata realizzata la ‘Cybersecurity Made in Italy Challenge’.
L’iniziativa rientra tra le attività previste nell’ambito del programma di Open Innovation TIM Growth Platform, il nuovo modello di innovazione basato sulla collaborazione industriale con società ad alto potenziale con l’obiettivo di accelerarne la crescita. La Challenge punta a facilitare l’incontro tra le imprese, soprattutto italiane, che dispongono di soluzioni e competenze ultra-specialistiche, e le esigenze ed i bisogni espressi dalle PMI, con l’obiettivo di far crescere tutta la filiera e accelerare la digitalizzazione e l’innovazione del Paese.
La sfida ha coinvolto, nel giro di pochi giorni, oltre 50 aziende, PMI, startup e scaleup italiane e internazionali per individuare soluzioni innovative. Ai vincitori verrà offerta una partnership tecnologica e commerciale con TIM Enterprise e Telsy. Le società selezionate avranno infatti un accesso privilegiato al mercato della cybersecurity e la possibilità di crescere ulteriormente.
In particolare, nel corso dell’evento sono state premiate:
Ermes: per la soluzione che, grazie ad avanzati algoritmi di machine learning, garantisce sicurezza del browser consentendo una navigazione online sicura e protetta, difendendo gli utenti dalle minacce web, preservando la loro privacy e proteggendo i loro dati.
Pikered: ha ideato ZAIUX Evo, un “hacker virtuale” che, grazie all’Intelligenza Artificiale, effettua “attacchi etici”, con l’obiettivo di individuare le falle di una rete informatica e fornire le indicazioni per la mitigazione delle vulnerabilità.
Sensoworks: ha proposto una soluzione per il monitoraggio intelligente di intrastrutture strategiche (viadotti, tunnel, reti idriche), che acquisisce e analizza in real-time i dati provenienti dai sensori connessi e consente di intervenire tempestivamente, migliorando efficienza e sicurezza.