Diritto alla riparazione, discussione in Senato USA: norme più ampie, non solo per i gadget

2 years ago 212

Complice la crisi dei chip che dalla pandemia in poi ha ridotto la disponibilità di beni elettronici, auto, mezzi industriali, e di qualsiasi altro oggetto che impiegasse uno o più semiconduttori, la battaglia per il diritto alla riparazione ha assunto più rilevanza di quanta non ne avesse già acquisita nel tempo, visto che il tema è al centro delle cronache oramai da anni.

La sensibilità intorno al tema è cresciuta, e nonostante la contrarietà di alcuni "big" che vorrebbero impedire ai clienti le riparazioni fai da te adducendo le motivazioni più disparate, anche aziende piuttosto riluttanti come Apple, alla fine, hanno dovuto cedere. Molti governi occidentali spingono affinché il diritto alla riparazione sia previsto dalla legge, e nelle ultime ore gli USA si stanno muovendo in modo concreto.

FAIR REPAIR ACT TUTELA TUTTI, ANCHE GLI AGRICOLTORI

Ieri infatti il Fair Repair Act è approdato al Senato americano per essere discusso.

Non importa che tu possieda uno smartphone o un trattore, la norma aiuterà tutti i consumatori - ha affermato Ben Luján, uno dei senatori che hanno firmato il disegno di legge. Quando i clienti non possono far riparare dispositivi e apparecchiature in modo conveniente, a pagare il conto sono consumatori, agricoltori o chi possiede una piccola attività. Troppi produttori hanno reso quasi impossibile riparare i prodotti o far sì che il cliente si rivolga a riparatori terzi. Il Fair Repair Act combatte l'avidità aziendale e compie un passo fondamentale nella tutela dei consumatori. Non vedo l'ora che venga convertito in legge.

Che durante la progettazione alcuni produttori non prestino la necessaria attenzione a far sì che il bene sia facilmente smontabile e riparabile è risaputo. Risulta evidente da anni dai vari teardown di realtà come iFixit, o da altri report che hanno confrontato alcuni tra i produttori più noti: di recente se n'è occupato lo US Pirg, con un'analisi che ha decretato lo scarso impegno di Apple con iPhone e MacBook, e che al contrario ha evidenziato come Dell e Motorola (ma non solo) siano più attente alla riparabilità dei prodotti.

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Dell 15 Dic

Microsoft collabora con iFixit per la riparazione dei suoi Surface

Android 14 Dic

Interessante anche la dichiarazione di Cynthia Lummis, tra i firmatari del Fair Repair Act:

La pandemia e il conflitto geopolitico hanno condizionato l'approvvigionamento dei componenti di svariati settori. Ciò ha fatto crescere il costo delle apparecchiature elettroniche e delle riparazioni a carico di consumatori e aziende [...]. I produttori dovrebbero mettere a disposizione strumenti, ricambi e documentazione dei prodotti per velocizzare le riparazioni e ridurne i costi. Sono orgogliosa di sostenere il Fair Repair Act per offrire ai consumatori, ai riparatori terzi e alle piccole imprese ciò di cui hanno bisogno per liberarsi dal monopolio delle riparazioni certificate di qualsiasi ambito, dalla tecnologia alle attrezzature agricole passando per le automobili.

IN EUROPA?

In Europa manca ancora una forte presa di posizione comunitaria. Si va avanti, ma con poca costanza. Per il momento atti concreti sono arrivati in ordine sparso per iniziativa dei singoli Paesi, come ad esempio la Francia, che ha introdotto delle etichette che devono indicare la riparabilità dei prodotti elettronici, o la Germania, che tuttavia non è andata oltre le parole: "sosteniamo rigide normative ambientali per smartphone e tablet", obbligando - è la posizione di Berlino - i produttori a garantire pezzi di ricambio e aggiornamenti di sicurezza per sette anni.


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