Dossieraggi, dopo Milano spunta anche la pista romana della “Squadra Fiore”

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Intanto sul caso Equalize spuntano altri dettagli come l’accordo tra la società con gli uomini dei servizi segreti israeliani per uno scambio di informazioni.

Accesso abusivo a un sistema informatico, violazioni relative alla privacy ed esercizio abusivo della professione. Per questi reati gli inquirenti della Procura di Roma hanno aperto un fascicolo di indagine nei confronti della cosiddetta “Squadra Fiore”, nell’ambito di un’inchiesta parallela a quella di Milano sulla attività di dossieraggio illegale.

Basta leggere i reati ipotizzati dai magistrati romani per capire di cosa si occupava la “Squadra Fiore”, la centrale di spionaggio operativa nella Capitale, con uffici a New York, sede legale in Florida e legami che vanno dagli Stati Uniti al signorile quartiere romano dei Parioli.

Le verifiche dei magistrati – secondo quanto si apprende – sarebbero state avviate nella primavera scorsa. In questo ambito sarebbe emersa una rete di committenti anche esteri. Le indagini della Capitale e del capoluogo lombardo sono coordinate dalla Procura Nazionale Antimafia ed Antoterrorismo. Delega investigativa è stata data alla Polizia Postale.

Nei giorni scorsi il sito Today.it aveva ricostruito la vicenda di una presunta rete di ‘spie’, che avrebbe una sede in un quartiere del nord-est della Capitale. In quegli uffici – si ricorda – ci sarebbe stato un incontro con Samuele Calamucci, il professionista al centro dell’indagine milanese, ideatore del software Beyond, insieme con l’ex poliziotto Carmine Gallo.

Equalize, Israele e il lavoretto da 1 milione di euro

Ritornando a Equalize spuntano altre informazioni su incarichi e vittime della presunte cyber-spie al centro delle indagini della Dda di Milano come l’accordo con gli uomini dei servizi segreti israeliani per uno scambio di informazioni.

Dall’informativa finale consegnata dai carabinieri del nucleo Investigativo di Varese alla Dda di Milano sulla Equalize, emerge come i contorni dell’attività del gruppo che, violando le banche dati istituzionali, piazzando Gps nei cellulari e avviando intercettazioni abusive, ha raccolto e processato informazioni su centinaia di migliaia di persone, siano molto vasti e con clienti di un certo calibro.

È Calamucci ad annunciare, nel febbraio 2022, che il giorno successivo in via Pattari arriveranno due uomini dei servizi israeliani. “Ci hanno dato, a noi hanno dato 40mila euro fino a oggi, attraverso Enzo (De Marzio, ndr)… mi han proposto un lavoretto da un milione! una volta che fai un milione… Metà dei dati li hanno dati al Vaticano, l’altra metà gli servono per combattere Wagner”, spiega Calamucci.

E non è un caso che i carabinieri come la procura facciano riferimento “Al pericolo che corre la sicurezza nazionale per il potere eversivo delle attività criminali del gruppo denominato “Via Pattari 6” e per il coinvolgimento di soggetti legati ad asset economici strategici per la nazione”. Ma sono proprio uomini che facevano parte degli apparati dello Stato a “gestire” la società. E a sfruttare contatti e conoscenze, anche istituzionali.

Intorno alla Equalize, che aveva come socio di maggioranza Enrico Pattali, presidente della Fondazione Fiera di Milano, e all’ex super poliziotto Carmine Gallo, gravitavano personaggi centrali che avevano avuto un ruolo negli apparati dello Stato e nei servizi di sicurezza, e che dagli atti risultano fondamentali per l’attività della società. Non solo, il criminal hacker Nunzio Samuele Calamucci, che si occupa dell’aspetto cyber e dell’esfiltrazione di dati riservati. Anche ex carabinieri ed ex uomini dell’intelligence. E altri personaggi, come Edmondo Gabriele Pegoraro, ingegnere informatico e dipendente di Bitcorp società di intercettazioni accreditata che ha lavorato con la procura di Milano e, scrivono i carabinieri, «ha provveduto ad attivare perquisizioni informatiche silenti ed acquisizioni ed intercettazioni di dati e di contenuti social o media da dispositivi di comunicazione target del gruppo di via Pattari».

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