Dubbi nello scegliere la giusta immagine Debian? Ecco finalmente una guida chiara!

5 hours ago 21

Il progetto Debian, esempio limpido dell’applicazione di principi democratici all’open-source, è immenso. La distribuzione prodotta dal progetto, quella Debian GNU/Linux che, oltre ad essere una delle più antiche distribuzioni Linux, è ad oggi la base di partenza di innumerevoli progetti collaterali (il più famoso è forse Ubuntu), copre un’innumerevole quantità di software ed architetture.

Questa peculiarità, per quanto rappresenti un tratto distintivo, in alcune circostanze può rappresentare un problema. Si prenda ad esempio la scelta di quale versione scaricare. Capire quale sia la scelta più adatta potrebbe risultare problematico, così come orientarsi all’interno di una proposta a tutti gli effetti enorme.

Per tutte queste ragioni, l’articolo scritto da Thomas Lange dal titolo “The secret maze of Debian images” rappresenta a tutti gli effetti un gioiello, poiché aiuta a chiarire le idee in merito all’organizzazione delle immagini di installazione di Debian.

L’articolo parte da un semplice presupposto: se per la maggioranza degli utenti scegliere un’immagine amd64 risulta la scelta corretta (e ricordiamo che per Debian amd64 include anche i processori Intel a 64 bit, non solo quelli AMD), cosa succede quando le esigenze sono più articolate?

Ecco, una rapida ricerca da neofita potrebbe restituire questa “piccola” lista di pagine di riferimento:

Mica male, eh?

È questo ad essere definito il labirinto (Maze) delle immagini Debian: più di 8700 immagini ISO differenti ed oltre 34.000 di file (in formato raw e qcow2) dedicati alle immagini cloud.

C’è da perdersi!

La prima cosa da fare è quindi capire quale tipo di immagine sia necessaria:

  • Immagini Installer che possono essere avviate su computer che non hanno nessun sistema operativo e che avviano il programma di installazione di Debian.
  • Immagini Live che consentono di avviare un desktop Debian senza toccare i dischi locali.
  • Immagini Cloud dedicate alle macchine virtuali avviabili in QEMU, KVM, OpenStack o sui cloud provider.

Dopodiché, all’interno del link https://cdimage.debian.org/cdimage/release è possibile selezionare la release e, supponendo che si scelga l’attuale stabile, seguendo il link relativo ad essa, ossia https://cdimage.debian.org/cdimage/release/12.9.0, è possibile selezionare l’architettura.

La scelta, manco a dirlo, è particolarmente ampia:

  • amd64
  • arm64
  • armel
  • armhf
  • i386
  • mips64el
  • mipsel
  • ppc64el
  • s390x
  • source
  • trace

Togliendo source e trace rimane comunque una scelta vastissima e, se questo sembra molto, basta andare all’interno di una qualsiasi di queste cartelle per trovarsi di fronte ad una lista che se per alcune voci è intuitiva, per altri è decisamente da interpretare:

  • bt-bd
  • bt-cd
  • bt-dvd
  • iso-bd
  • iso-cd
  • iso-dvd
  • jigdo-16G
  • jigdo-bd
  • jigdo-cd
  • jigdo-dlbd
  • jigdo-dvd
  • list-16G
  • list-bd
  • list-cd
  • list-dlbd
  • list-dvd

e sta qui la preziosità dell’articolo di Lange, l’interpretazione di questi nomi:

  • bt = directory contenenti file BitTorrent.
  • iso = directory contenenti file ISO.
  • jigdo = directory dedicate ai file jigdo.
  • list = directory con le liste dei file .deb presenti nelle varie immagini.

E di tutte le varianti dei file in esso contenute:

  • bd = Blu-ray Disc (con dimensioni fino a 8GB).
  • cd = CD Image (con dimensioni fino a 700MB).
  • dvd = DVD Images (con dimensioni fino a 4.7GB).
  • 16G = per chiavette USB da 16GB o più.
  • dlbd = per i dischi Blu-ray Dual Layer.

E non finisce qui, perché c’è tanto altro da svelare a proposito del contenuto delle cartelle e della nomenclatura utilizzata dal progetto.

La cosa curiosa è la chiusura dell’articolo dove Lange indica come non siano state considerate nell’articolo le cartelle “ports” e “unofficial”, zeppe di file, oltre ad altre 34.000 immagini cloud.

Ma la promessa è che un nuovo articolo faccia chiarezza anche lì. Intanto questo è obbligatorio aggiungerlo alla lista dei propri bookmark!

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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