C'è più hype del previsto per Dragon's Dogma 2, e di questo ne sono contento. Il primo per certi versi non ricevette l'apprezzamento che meritava, anche se, fortunatamente per gli sviluppatori, il DLC Dark Arisen ne risollevò in parte le sorti. Era quindi quasi ovvio che il team di sviluppo, guidato da Hideaki Istuno, avrebbe sfruttato l'occasione per cercare di proiettare la loro particolare creatura nell'olimpo dei tripla A, dove forse meritava di stare. E in parte ci sono riusciti: al momento Dragon's Dogma 2 sfoggia un eccellente metascore pari a 87 punti, con voti decisamente più bassi dall'Italia (perché si sa, ci piace fare i sommelier in ogni campo), ma comunque tutti o quasi in un intorno all'85. Quindi? Dovreste precipitarvi ad acquistarlo? Sì e no.
Dragon's Dogma 2 arriva il 22 marzo 2024 su PS5, Xbox Series X e PC Windows.
Tra alti e bassi
Giocando a Dragon's Dogma 2 si ha quasi l'impressione di trovarsi a metà fra due mondi.
Per essere un gioco giapponese ha personaggi e dettagli fin troppo occidentali, che però cozzano con alcune dinamiche e con altri particolari che "tradiscono", si fa per dire, la sua natura di gioco giapponese. Giocarlo poi con il doppiaggio giapponese come ho scelto di fare io, anche solo per rispetto nei confronti del lavoro originale, fa ancora più strano. Questo è solo uno dei tanti aspetti che mi ha fatto calare in una spirale di confusione da cui ancora non mi sono ripreso. Confusione che secondo me ha colpito anche alcuni dei recensori che hanno avuto modo di provarlo per più giorni di me, visto che c'è chi tra i contro del gioco segnala una difficoltà troppo bassa, per poi dire che tante zone presentano troppi nemici, che non ci sono consigli su come avanzare in determinate situazione ed evidenziare nel titolo della recensione che il gioco è ostico.
Per intenderci, Dragon's Dogma 2 non vi fa selezionare un livello di difficoltà all'inizio, e per tutto il proseguo della trama vi mette a disposizione un solo slot di salvataggio.
E questo è solo l'inizio: è vero che l'esperienza è priva di grossi indizi, e nonostante un sistema di tutorial da richiamare all'occorrenza, le informazioni sono piuttosto stringenti, e spesso vi troverete a dover intuire da soli come funzionano certe dinamiche. Bene così: un bel gioco sfidante che non prende il giocatore per mano e che spesso lo mette di fronte a situazioni brutali e spiazzanti. Però ciò significa anche che non si tratta di un'esperienza per tutti.
Il funzionamento del tutto è molto simile al primo capitolo. Un Drago, eterna minaccia del mondo di gioco, sceglie un valoroso come suo Arisen, un eroe destinato a dargli la caccia per gli anni a venire, l'unico tra l'altro in grado di comandare le Pedine. Queste ultime altro non sono che gregari da aggiungere al proprio party, da scovare in giro per il mondo o in appositi portali. All'inizio, dopo aver creato il proprio eroe con un editor spaventosamente dettagliato (con cui sono riuscito a creare uno dei personaggi più brutti mai partoriti dalla mia incapacità di usare gli editor), si crea anche una prima Pedina che ci seguirà per il resto del gioco.
A seguire si potranno aggiungere altre due Pedine, che solitamente si scambiano via via con altre sempre più potenti, e saranno loro a trovarvi. Scordatevi quindi il grado di affezionamento che avete provato con i compagni di squadra in Baldur's Gate 3: il vostro party muterà continuamente.
La cosa che più mi ha sorpreso di Dragon's Dogma 2 comunque non è la sua impalcatura, che davvero, anche nella trama, ricorda moltissimo il primo capitolo. No, è la fisicità degli scontri. Non tirerò fuori i soulslike, con cui forse potrebbe avere qualche elemento in comune, ma è comunque magico il modo in cui sono stati gestiti i combattimenti, la fisica del mondo e degli elementi che lo popolano e, appunto, la fisicità che pervade ogni colpo, ogni magia e ogni azione. Un colpo di scudo ben piazzato ha effetti devastanti sui mostri giusti, facendoli sbalzare causando al contempo danni da caduta.
Idem succede a voi: se per qualche disgraziato motivo un lucertoloide vi affibbia un colpo di clava (o peggio) vi trovate distesi per terra inermi, con altri scagnozzi che vi prendono a calci. Per non parlare dei mostri più grandi: il mondo di gioco pullula di ciclopi, minotauri, grifoni e altre creature giganti, ognuna dotata di tante barre di vita e di approcci al combattimento completamente diversi. Ci si arrampica sulla schiena dei mostri, cercando di crivellarli di colpi mentre i maghi e gli arcieri dalla distanza portano altri attacchi egualmente devastanti. Nel mentre la barra della fatica si consuma velocemente, e il mostro potrebbe dimenarsi lanciandovi via senza troppi complimenti, per poi magari caricarvi e farvi fuori in un sol colpo. Ah, ve l'ho già detto che, almeno all'inizio, non ci sono dei veri e propri modi per rotolare via? Anche impersonando un guerriero con il suo fido scudo e armatura completa, il massimo che potrete fare è bloccare con lo scudo i colpi in arrivo al momento giusto, sempre che siano a dimensione del vostro scudo.
Certo, il gioco offre nuovi sbocchi di classe, abilità sempre più complesse e tanti modi di approccio all'azione, ma è bene specificare che non si tratta del classico Action GDR da giocare in modo scanzonato. E la fisicità poi non finisce qui: ci sono abilità per lanciare le Pedine in aria in modo da farle atterrare sugli avversari, abilità di levitazione che le Pedine stesse lanciano su di voi per farvi volare, cariche brutali che atterrano i nemici e tantissimo altro.
Un sistema intricato, complesso e in continua evoluzione, che si avvale tra l'altro di un sistema di intelligenza artificiale, sia dei nemici che dei gregari, che dà luogo a situazioni incredibili. Ed è proprio questo sistema che di tanto in tanto dimostra una certa goffaggine, trasformando combattimenti epici in sessioni di Paperissima Sprint, con cadute dai burroni per via di scivolamenti completamente casuali, voli fisicamente impossibili che vi fanno finire in acqua (dove vi attende la morte per via delle Brine, già presenti nel primo), pedine che vengono falciate nel primo istante dello scontro, compenetrazioni poligonali e simili.
In uno dei primi combattimenti in stile boss, oltre al mio gruppo, c'erano anche altri personaggi della trama che combattevano attivamente, dando vita a uno scontro epico con una decina di persone impegnate ad abbattere un ciclope. A un certo punto doveva esserci una sorta di valanga (il mondo di gioco è interattivo anche da quel punto di vista), se non fosse che ci siamo trovati tutti teletrasportati a valle di botto con il ciclope morto ai nostri piedi.
Un gioco fatto di dualismi insomma: occidente e oriente, fisicità e goffaggine, e c'è di più. È stata impressa una cura maniacale ai dettagli più disparati, come banalmente gli steli d'erba o le fronde degli alberi che si muovono in base ai nostri movimenti e alle mosse che facciamo, i corvi che banchettano sui cadaveri al termine di una battaglia intensa, o anche solo la densità di dettagli che popolano il mondo di gioco, anche dove non ci sono edifici o persone a popolarlo.
A tutto questo si intervallano dei momenti un po' cringe che stonano decisamente. Per qualche motivo qualcuno ha pensato che fosse geniale introdurre delle immagini di vere bistecche crude sfrigolanti sul fuoco quando riposate agli accampamenti. No, vi giuro: non ho nulla contro le bistecche, le mangerei pure a colazione, ma è una roba che proprio non ha senso, visto che manca quella cura alla realizzazione delle ricette e dei cibi che, ad esempio, potreste ricordare in Final Fantasy XV. E anche i dialoghi delle Pedine, oltre a essere ripetitivi, sono spesso un po' imbarazzanti, talvolta privi di senso e persino fuori contesto. Come dite? Sto facendo anch'io il sommelier dei videogiochi? Probabile, ma lo faccio per mettevi in guardia!
Dopo la prima ora di gioco ero più confuso che mai. Sapevo di non trovarmi di fronte a un capolavoro, ma c'erano degli elementi che mi destabilizzavano più del previsto.
Proseguendo questa sensazione di confusione sta fortunatamente lasciando spazio ad altre emozioni ben più positive. Sto capendo sempre di più come funziona il mio personaggio che, nonostante l'appartenenza al gruppo dei guerrieri, non deve lanciarsi a caso nei combattimenti ma pianificare attentamente ogni suo movimento. Sto apprezzando sempre di più l'intelligenza artificiale di tutti, sia nemici che gregari, notando le sfumature di comportamento e il modo in cui si organizzano. E sto facendo anche meno caso ai problemi derivanti dalla complessità del tutto, problemi che influiscono anche sulle prestazioni. C'è un motivo se c'è un cap al frame rate su console, e il motivo è che anche la versione PC giocata su un laptop gaming Acer Predator 18 dotato di i9-13900HX e scheda video NVIDIA GeForce RTX 4080 ha i suoi momenti di difficoltà, non tanto nei combattimenti quanto più in città.
Per le situazioni un po' cringe ci devo ancora lavorare, ma non è niente che possa rovinare così tanto l'esperienza di gioco.
Quindi? Dovreste precipitarvi ad acquistarlo? Se avete amato Dragon's Dogma assolutamente sì, senza alcun indugio, e questo nonostante il prezzo console non certo economico (su PC ve la cavate con 64,99€). Se non avete mai giocato Dragon's Dogma, tenete di conto di quanto vi ho detto. È un'esperienza di gioco particolare, sicuramente ostica ma, anche per questo, divertente e potenzialmente immersiva. Ma soprattutto, è un Action GDR come non ce ne sono altri là fuori, proprio per via delle sue dinamiche di gioco così particolari e stratificate, tant'è c'è ancora tanto da dire a riguardo! Per quanto mi riguarda continuerò a giocarlo, anche solo per veder evolvere il mio guerriero che, al momento, in confronto ai maghi del gruppo è utile quanto un due di picche a briscola.
Voi siete lì che menate come matti togliendo una tacchetta alla volta al mostro di turno, e arriva il mago di turno che con un soffio di fuoco sbriciola i nemici davanti a voi. Ma che modi sono questi?
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