Sono stati necessari anni di investimenti e in qualche occasione anche di bocconi amari, ma sembra che nel loro insieme i chip Exynos di Samsung stiano finalmente crescendo a un ritmo più simile alle aspettative dell'azienda. A metterlo nero su bianco sono gli analisti di Omdia, che nel loro report sul secondo trimestre del 2022 sottolineano la quota di mercato vicina alle due cifre dei chip made in Seul (7,8% dal 4,8% del Q1), merito delle vendite in crescita dei SoC per smartphone di fascia medio bassa.
Gli Exynos infatti non vengono utilizzati solamente da Samsung per i Galaxy. Certo, un contributo rilevante arriva evidentemente dalle vendite dei Galaxy economici, ma una parte del merito è da attribuire agli altri produttori che soprattutto nei mercati orientali o emergenti affidano agli Exynos di Samsung il bilanciamento tra prestazioni, efficienza e costi dei loro modelli entry level. Escludendo gli smartphone top di gamma, dove ancora a Samsung non "gira" bene, il confronto tra il primo e il secondo trimestre dell'anno che si è chiuso a giugno è roseo: 22,8 milioni di Exynos spediti dalle fabbriche, +53%.
FLETTONO MEDIATEK, QUALCOMM ED APPLE
Il principale competitor sulla fascia bassa, MediaTek, nonché il principale attore al mondo per quanto riguarda i chip, esce sconfitto dal confronto tra il primo e il secondo trimestre, dove comunque i numeri rimangono superiori a quelli di Samsung nonostante la flessione: -9,6%, con 100,1 milioni di chip spediti. Niente sorrisi nemmeno per Qualcomm ed Apple, i cui segni negativi sono evidentemente legati a quelli di un mercato boccheggiante: Qualcomm va giù del 4% con 64 milioni di chip spediti, Apple del 13,3% con 48,9 milioni (anche se almeno una parte del calo di Apple può essere spiegato con l'approssimarsi del lancio dei nuovi iPhone).
Gli analisti segnalano che tra i chip Samsung più apprezzati ci sono Exynos 850 ed Exynos 1080, utilizzati su Galaxy A13 (il primo) e Galaxy A33 5G e Galaxy A53 5G (il secondo), e saranno anche chip di fascia bassa e medio bassa ma Samsung non ha lesinato sul processo produttivo, il parametro che, semplificando, ci dà un'idea del rapporto tra prestazioni ed efficienza: 8 nanometri il primo, addirittura 5 nanometri il secondo.
Al buon andamento sulle fasce più basse del mercato però non corrisponde un verdetto analogo sugli smartphone alti di gamma, ed è la ragione per cui si dice che i Galaxy S23 avranno tutti - non solo USA e Corea come adesso - chip Snapdragon e non Exynos. Chissà che Samsung non abbia intenzione di concentrare tutte le sue energie su segmenti che rendono e non su altri che - da anni - non danno i risultati attesi.
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