Facebook e Instagram a pagamento, attivisti per la privacy contro Meta

11 months ago 152

Come abbiamo visto, negli scorsi giorni Meta ha reso disponibile su Facebook e Instagram, due delle sue piattaforme social più popolari, la possibilità di rimuovere gli annunci pubblicitari a fronte di un abbonamento premium mensile, peraltro decisamente salato - si parla di 10€ circa al mese. La funzionalità è arrivata in risposta a una richiesta ben precisa dell’Unione Europea, che vuole che i propri cittadini non siano costretti a pagare solo con i dati personali (e di conseguenza la propria privacy) per servizi di questo tipo. Tuttavia, la soddisfazione per il modo con cui Meta ha soddisfatto le richieste dell’UE è tutt’altro che unanime.

Negli scorsi giorni un gruppo di attivisti austriaco per la privacy chiamato NOYB (None of Your Business, l’equivalente del nostro “non sono affari tuoi/vostri”) ha depositato un esposto presso il sistema giudiziario del proprio Paese argomentando che in sostanza il gruppo guidato da Mark Zuckerberg sta obbligando gli utenti a pagare per la loro privacy, e che quindi venga meno il principio di consenso da parte dell’utente che è alla base della legge europea.

 Meta chiede agli utenti di scegliere | PREZZI

Apps 08 Nov

Secondo il gruppo, il rischio è che la soluzione di Meta si possa diffondere. Servono fino a 250€ circa l’anno solo per Facebook e Instagram, calcolando che ci sono in media 35 app installate su uno smartphone (sembra un dato decisamente errato, sarebbe da capire a cosa si fa riferimento con precisione) i costi potrebbero crescere fino a 8.815 euro l’anno. Il prezzo stabilito da Meta viene definito inaccettabile, inoltre il gruppo cita ricerche di mercato secondo cui solo il 3% degli utenti apprezza di fatto il tracking, e al tempo stesso più del 99% degli utenti non esercita davvero il proprio diritto di scelta quando viene messo di fronte a un’alternativa gratuita e a una a pagamento.

Resta da capire quanto solida sia l’argomentazione di NOYB. La sede europea di Meta è in Irlanda, quindi la decisione spetterà a quella corte. Doveroso comunque precisare che, in effetti, Meta è tutt’altro che un apripista in questo senso: sono già molte le piattaforme, grandi e piccole (soprattutto nel campo dell’informazione), che mettono l’utente davanti a questo tipo di scelta - o il tracciamento o l’abbonamento.


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