Fluid One su Kickstarter: la soluzione definitiva per controllare la smart home?

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Su Kickstarter è appena comparso un progetto molto ambizioso: si chiama Fluid One, e promette la soluzione a uno dei problemi più grossi che il settore smart home non ha ancora risolto completamente, ovvero il controllo. Tra comandi vocali che non sempre vengono capiti/interpretati correttamente e le molteplici app con tante/troppe opzioni che ne rendono poco intuitivo l'uso, è giustificabile l'impressione che il lavoro necessario per spegnere una semplice lampadina sia un po' eccessivo. La soluzione di Fluid coinvolge la tecnologia UWB.

Sostanzialmente, l'idea è questa: applicare dei ripetitori UWB nei punti strategici della casa in modo tale che quando l'utente punta verso un gadget smart il proprio iPhone, compaiano automaticamente i controlli rilevanti e pertinenti. Per semplificare ulteriormente l'interazione sono previste anche una serie di gesture che non richiedono il touch: per esempio basta agitare lo smartphone un paio di volte, come se fosse una bacchetta magica, in direzione di una lampadina per spegnerla. L'app di Fluid può anche lavorare in background per compiere azioni automatiche in base a dove ci si trova - per esempio accendere la luce nel corridoio quando lo si attraversa, magari solo dopo una certa ora.

Quindi Fluid è una combinazione di software - appunto, l'app ufficiale - e di hardware, ovvero i ripetitori UWB (a cui si può aggiungere un hub opzionale). Vale la pena osservare che non è necessario avere un ripetitore per ogni apparecchio smart: è più una questione di dimensioni e organizzazione della pianta della propria casa. Tuttavia, ne servono diversi, e questo è un problema soprattutto se si considera il costo.

Per dire: possono servire fino a quattro ripetitori per l'area principale, generalmente il salotto, in cui ci sono più gadget. Un pacchetto di quattro ripetitori costa circa 250€ (e solo per gli Early Bird su Kickstarter: il prezzo ufficiale al pubblico sarà di 400€ circa). È vero che nelle aree secondarie, dove ci sono generalmente meno dispositivi intelligenti, la densità dei ripetitori può essere ridotta (Fluid dice che si possono gestire fino a 3 aree secondarie con un singolo ripetitore), ma è chiaro che dipende molto da un caso all'altro. I costi dell'impianto per l'intera casa potrebbero lievitare in modo vertiginoso.


Inizialmente, Fluid One sarà disponibile solo per gli iPhone con chip UWB, il che significa tutte le varianti di iPhone 11, 12 e 13; esistono smartphone con UWB anche nel mondo Android, ma gli sviluppatori dicono che prima è necessaria un'infrastruttura software adeguata da parte di Google. Gli sviluppatori puntano a rendere compatibile il maggior numero di prodotti ed ecosistemi possibile, e l'elenco è già piuttosto ampio - tra i marchi e protocolli citati ci sono SmartThings di Samsung, Philips Hue, Google Home, Apple HomeKit, Alexa, iRobot, Logitech, Z-Wave, Ecobee, Sonos, Zigbee, Ring e tanti altri. Il piano è di adottare anche Matter, sviluppato da Google e Apple, che al momento è il candidato più credibile a diventare l'unico (o almeno principale) standard del settore.

Rimane il problema di dover tenere sempre in tasca il proprio smartphone; forse in futuro l'integrazione dei chip UWB negli smartwatch potrebbe rappresentare il passo avanti decisivo, ma non sembra qualcosa che avverrà tanto presto. Del resto, è anche vero che Fluid One non arriverà prima di inizio 2024, almeno stando a quanto dicono gli sviluppatori. E bisogna mettere in conto che i ritardi e posticipi sono abbastanza comuni in questi frangenti.


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