L’azienda taiwanese Gigabyte, produttrice -tra le altre cose- di server ad alte prestazioni per datacenter, ha deciso che è giunto il momento di scrivere nero su bianco la loro piena compatibilità con Linux.
La loro offerta server non è piccola e comprende macchine specifiche per i più disparati usi, dal Software-defined Storage (SDS), alla virtualization, fino sistemi pensati per il Big Data, e per tutte questi diversi utilizzi ovviamente si appoggia a diverse tecnologie ed architetture, x86 ed ARM, così come a diversi vendor (Intel, AMD o Ampere, per citarne alcuni).
Una buona compatibilità dei loro sistemi con il nostro amato sistema operativo è già provata, come si può vedere da una veloce ricerca su Phoronix, ma l’azienda ha richiesto la certificazione a Canonical per Ubuntu Server.
Il processo, che non è tra i più semplici, garantirà il pieno funzionamento dell’hardware a chi vorrà utilizzare la distribuzione di Shuttleworth, sia per quanto riguarda il vero e proprio prodotto Ubuntu Server (la certifica copre le ultime due LTS), che per i servizi MaaS (Metal as a Service) offerti dalla stessa azienda inglese.
L’annuncio è stato dato dalla stessa Gigabyte nella sezione notizie del loro sito:
Among the choices of Linux operating systems, Ubuntu has emerged as the most popular choice as users enjoy the long-term support and reliability that come from Canonical. When it comes to the public cloud, Linux desktop or IoT, Ubuntu has a dominant presence. Additionally, developers appreciate the ability to work across platforms (desktop, public/private cloud, edge, IoT) consistently and efficiently particularly on AI, machine learning, and deep learning projects.
Tre le possibili scelte di sistemi operativi Linux, Ubuntu è emersa come la scelta più diffusa dagli utenti che godono del supporto a lungo termine e dall’affidabilità di Canonical. Se si parla di cloud pubblico, desktop Linux o IoT [Internet of Things, ndt.], Ubuntu ha una presenza dominante. In più gli sviluppatori apprezzano la possibilità di lavorare tra più piattaforme (desktop, cloud pubblico/privato, edge, IoT) in maniera consistente ed efficente, in particolare su progetti AI, machine learning e deep learning.Guarda caso proprio alcune delle offerte “precostruite” della stessa Gigabyte.
Come dicevamo il processo di certificazione copre diverse cose, ed oltre alla “mera” compatibilità tra l’hardware ed il software, verranno prese in considerazione anche sessioni di stress-testing sia per gli apparati stessi, che per quanto riguarda la rete e l’I/O sullo storage.
La partenza è buona, e magari a breve potremo vedere anche questi server sulla lista dei server già certificati per Ubuntu. Lista che con l’aggiunta delle soluzioni Gigabyte, supererà le 1000 unità, rendendo l’offerta di Canonical sempre più varia. E, dall’altro canto, porterà ancora più visibilità a Gigabyte stessa, considerando che già i suoi hardware sono certificati per Red Hat e per SUSE, la certifica su Ubuntu Server gli darà una copertura praticamente a 360° per quanto riguarda il mondo Linux Enterprise.
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l'HA e l'universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.