Gli smartphone diventano strumenti per lo studio dello spazio

4 days ago 80

Un team di ricercatori di Google e dell'Università del Colorado a Boulder hanno dimostrato come gli smartphone possano essere trasformati in potenti strumenti per lo studio dello spazio. Sfruttando i sensori GPS presenti in milioni di telefoni Android in tutto il mondo, il team ha creato una delle mappe più dettagliate della ionosfera, lo strato più esterno dell'atmosfera terrestre.

La ionosfera è una regione dinamica e complessa, in cui le radiazioni solari ionizzano gli atomi e le molecole, creando un plasma di particelle cariche. Questa variabilità può influenzare la precisione del GPS, che si basa sulla misurazione del tempo impiegato dai segnali radio dei satelliti per raggiungere la Terra.

Finora, la mappatura della ionosfera è stata effettuata principalmente tramite radar terrestri, che però possono osservare solo una piccola porzione della ionosfera in un dato momento. Per superare questa limitazione, i ricercatori hanno utilizzato i sensori GPS degli smartphone Android per raccogliere dati su come l'atmosfera distorce i segnali provenienti dai satelliti.

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Questo approccio ha permesso di creare mappe della ionosfera con un livello di dettaglio senza precedenti, catturando fenomeni come le "bolle di plasma", regioni con una bassa concentrazione di particelle cariche che si formano e si spostano nella ionosfera.

I dati raccolti dagli smartphone hanno permesso di osservare circa il 21% della ionosfera, un'area significativamente maggiore rispetto a quella coperta dai radar terrestri. Questo potrebbe portare a un raddoppio della precisione dei dispositivi GPS in tutto il mondo, con importanti implicazioni per diverse applicazioni, come l'atterraggio degli aerei e la navigazione autonoma.

"Milioni di telefoni insieme possono fare un lavoro di monitoraggio dell'atmosfera molto migliore rispetto alla nostra rete terrestre", sottolinea Jade Morton, professoressa di ingegneria aerospaziale all'Università del Colorado, a capo del team di ricerca.

Lo studio dimostra il potenziale inesplorato delle tecnologie di uso quotidiano, come gli smartphone, per la ricerca scientifica. "Ho trascorso la mia vita a costruire strumenti dedicati alla ricerca scientifica. Ma con l'avanzare della tecnologia nella nostra società, vediamo tutti questi sensori a nostra disposizione che hanno molta più potenza di quanto avremmo mai immaginato".


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