Google blocca Total Commander: arriva lo stop al sideload degli APK

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Total Commander è un nome che manca sulle nostre pagine da ormai diversi anni - l'ultima volta che se ne è parlato eravamo ancora nel 2015 -, ma le ultime vicende che hanno riguardato l'applicazione l'hanno riportata al centro dell'attenzione mediatica. Per chi non sapesse di cosa si tratta, Total Commander è stato uno dei principali file manager della scena Windows Mobile, per poi sbarcare su Android nel 2011 e portare con sé tutte le funzionalità di gestione file avanzata per cui era famoso.

A rendere nuovamente attuale un'app come Total Commander ci ha pensato Google, in particolare una lettera inviata al team di TC con cui viene imposta la rimozione di una delle funzionalità tipiche dell'applicazione, ovvero la gestione del sideload degli APK. Android è da sempre un sistema operativo aperto, tuttavia Google ha gradualmente cominciato a ridefinire i confini di cosa è possibile fare o meno all'interno dell'esperienza stock (senza quindi ricorrere al root) e anche il sideloading delle applicazioni non sembra essere particolarmente apprezzato, specialmente quando questo è reso possibile da un'app distribuita sul Play Store.

LE MOTIVAZIONI DELLA RIMOZIONE

Secondo Mountain View, infatti, Total Commander sarebbe potuta andare verso la rimozione dallo store a causa di un abuso nell'utilizzo dei permessi di rete e di gestione del dispositivo. La controversia è stata risolta eliminando la funzione responsabile di questo abuso, ovvero proprio quella dedicata al sidealoding degli APK.

Tutti i dettagli della vicenda sono stati illustrati in un post presente nel forum ufficiale del progetto (lo trovate in Fonte), tuttavia non possiamo che constatare come tutta la vicenda sia decisamente sospetta, dal momento che Total Commander è un gestore file e quindi non è strano che si debba occupare di eseguire l'installazione di app provenienti da fonti di terze parti. Nonostante ciò, le regole del Play Store sono chiare e vietano che un'app distribuita in questo modo possa eseguire codice proveniente da fonti diverse rispetto allo stesso Store. Sarà interessante capire se Google adotterà la medesima politica anche contro tutti gli altri gestori di file che si trovano nella stessa situazione.


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