La FTC, ovvero l'organizzazione antitrust statunitense, è chiamata a indagare su Google e Apple per possibili violazioni della privacy dei loro clienti: in una lettera indirizzata alla presidente Lina Khan, un gruppo di quattro politici statunitensi del Partito Democratico, tra cui figura la senatrice Elizabeth Warren nota per non vedere di buon occhio i grandi colossi tech, accusa le due società di aver "facilitato consapevolmente" le pratiche di raccolta e vendita dei dati degli utenti, tramite l'integrazione nei rispettivi sistemi operativi dei codici di tracciamento univoci; e di non aver informato adeguatamente l'utente sui rischi che essi comportano.
In tempi più recenti, entrambe le aziende coinvolte hanno migliorato in modo tangibile l'approccio alla privacy dei rispettivi sistemi operativi - non solo per via di un dibattito pubblico che vede sempre meno di buon occhio questo tipo di pratiche, ma anche grazie a interventi pratici e concreti di governi e organizzazioni un po' in tutto il mondo (la commissione dell'Unione Europea, capitanata da Margrethe Vestager, è stata particolarmente attiva e solerte a riguardo). Apple, in particolare, ha fatto molto discutere con l'introduzione della App Tracking Transparency in iOS 14.5, rendendo disattivo per default il tracciamento da parte di terzi.
La lettera riconosce questi progressi, ma osserva anche che sono stati implementati solo in tempi molto recenti. Più nello specifico:
- Su iOS fino a poco fa il tracking non solo era attivo per default, ma era molto difficile trovare l'opzione per disabilitarlo.
- Su Android il tracking è ancora attivo per default e l'opzione per disabilitarlo è comparsa solo da poco.
La lettera argomenta che benché i singoli dati siano anonimi, questo mercato sregolato può far sì che aggregandoli e triangolandoli sia possibile riuscire a identificare un singolo dispositivo. Apple non ha voluto rispondere pubblicamente alla richiesta di commento da parte del WSJ, ma Google ha tenuto a precisare un paio di punti chiave:
- Google non vende mai i dati degli utenti
- Il regolamento del Play Store impedisce espressamente agli sviluppatori di vendere i dati degli utenti
- I dati raccolti dagli sviluppatori non possono essere usati per altri scopi al di fuori dell'advertising e analitiche
- L'accusa di facilitare la vendita dei dati utente tramite il Tracking ID è "semplicemente falsa"
- Il tracking ID è stato anzi creato per dare più controllo agli utenti e offrire agli sviluppatori un sistema più privato per monetizzare le loro app
Per il momento né la FTC a livello ufficale né Lina Khan a livello personale hanno rilasciato una dichiarazione pubblica sulla questione; in altre parole, non è ancora chiaro se l'organizzazione aprirà effettivamente un'indagine.