Per i proprietari di dispositivi Pixel dall’8 in su, Google Foto offre una bella novità: la possibilità di preservare la modalità HDR Ultra anche in caso di modifiche delle immagini complesse e avanzate. In precedenza, qualsiasi operazione che andasse oltre il semplice ritaglio o la rotazione del file causava la creazione di una copia in SDR.
Il problema sono i metadati necessari all’elaborazione Ultra HDR, introdotta con Android 14, più nello specifico la “Gain Map”, sostanzialmente una copia dell’immagine salvata insieme all’originale in cui viene spiegato di quanto aumentare la luminosità dei singoli pixel per far sì che da SDR si passi a una resa Ultra HDR. In effetti, la radice del problema è che gli strumenti di editing avanzati di Foto, soprattutto quelli basati sull'intelligenza artificiale, erano sviluppati solo per le immagini SDR - Magic Eraser, Photo Unblur, Magic Editor e così via restituiscono risultati attendibili solo se la foto in origine è in SDR.
Sostanzialmente ogni immagine Ultra HDR può essere immaginata come un insieme di due foto: una SDR e una Gain Map. Questo garantisce la massima qualità possibile quando la foto è visualizzata su un display SDR. I tool di Google Foto, però, avrebbero modificato solo la versione SDR dell’immagine, lasciando inalterata la Gain Map; la visualizzazione di un’immagine così elaborata su un display compatibile Ultra HDR avrebbe creato degli artefatti piuttosto bizzarri e inaccettabili. Questa serie di immagini esplicative aiuta a capire bene il problema.
Google è però riuscita a rendere compatibili i tool di modifica più avanzati con il formato Ultra HDR. La soluzione, manco a dirlo, è arrivata a sua volta dall’intelligenza artificiale: sostanzialmente un modello di machine learning prevede una nuova Gain Map confrontando i tre elementi che ha a disposizione - la foto originale in SDR, la foto modificata in SDR, e la Gain Map originale. Ecco qualche esempio:
Google spiega che il modello AI è stato addestrato con diverse migliaia di immagini HDR con metadati completi: in ultimo tutto si riduce a un software che pesa meno di 1 MB e che è in grado di elaborare un’immagine completamente in locale in pochi istanti.