Google Fuchsia OS arrivato anche su tutti i Nest Hub Max
25 Agosto 2022 0
Si era vociferato un paio di mesi, fa, ora diventa realtà: i Google Nest Hub Max hanno ricevuto l'aggiornamento a Fuchsia OS, il tanto chiacchierato sistema operativo del colosso di Mountain View sviluppato completamente in-house senza appoggiarsi a tecnologie preesistenti, come per esempio Linux (che è alla base di Android e di Cast OS, appunto il vecchio sistema dei Nest Hub). Destino analogo è toccato più o meno un anno fa ai Nest Hub di prima generazione (quelli che inizialmente si chiamavano Google Home Hub).
Lato utente cambia molto poco: l'unica differenza immediatamente percepibile è il debutto di un nuovo menu dedicato alle impostazioni del Bluetooth, che permette di visualizzare l'eventuale l'elenco di dispositivi precedentemente associati, associarne uno nuovo oppure usare il device come speaker Bluetooth. Tale menu, peraltro, si trova anche sugli altri Nest Hub con Fuchsia.
Le prime tracce di Fuchsia risalgono addirittura al 2016: è chiaro che Google sta procedendo con tutte le dovute cautele. L'obiettivo di realizzare un sistema operativo (peraltro che punta a essere universale, valido sia per smartphone sia per server sia per gadget IoT) completamente da zero è del resto estremamente ambizioso, e molto raro da osservare al giorno d'oggi.
Ma pian piano il mosaico prende forma; secondo indiscrezioni recenti a breve potrebbe toccare anche al Nest Hub di seconda generazione. Allo stesso tempo, è in lavorazione un aggiornamento dell'OS (versione F7) che rimuoverà la capacità di Hub Max di funzionare da bridge e range extender, in preparazione all'arrivo del protocollo IoT Matter.