Google inizia a spingere sul futuro dei Pixel: vuole il massimo dal dialogo tra hw e sw

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Una grande azienda come Google, impegnata su moltissimi fronti, è costantemente alla ricerca di personale. Gli annunci vengono pubblicati (anche, ma non solo) nel portale Google Careers, dove da qualche giorno ce n'è uno piuttosto emblematico sulla direzione evolutiva che a Mountain View hanno immaginato per la gamma Pixel.

Che gli smartphone Google del nuovo corso facessero all in su intelligenza artificiale e machine learning non è mai stato un mistero, a dire il vero anzi a Mountain View lo hanno confessato nel momento in cui è stata annunciata l'adozione del chip Tensor, progettato proprio nelle stanze del quartier generale, invece di un più classico chip di Qualcomm, com'era sempre stato sui Pixel fino ad allora.

Google però sta intensificando gli sforzi in vista delle generazioni future cercando una figura professionale da mettere al timone di Pixel Smarts.

In qualità di Director of Product Management per Pixel Smarts, ti concentrerai sulla creazione di esperienze differenti per i Pixel che sfruttino la nostra esperienza sul machine learning. Ciò richiederà un'esplorazione profonda e innovativa delle esigenze degli utenti e delle capacità tecnologiche. Inoltre, contribuirai a e guiderai questa esplorazione, creerai una roadmap e aiuterai a costruire un team.

L'offerta è senza dubbio interessante, e pur non conoscendo la paga media per un direttore in Google lo è anche in termini economici: il salario minimo - si legge nell'annuncio - è compreso tra i 259 mila e i 279 mila dollari, esclusi bonus e benefit vari. Tanta però l'esperienza richiesta e impegnative anche le responsabilità, senza contare il fatto che ci sarebbe da trasferirsi negli States.

Al di là dei dettagli salariali, è evidente la direzione che Google vuol dare ai Pixel: "Individuare le evoluzioni a lungo termine per Android e per i Pixel sfruttando il machine learning avanzato per trarre il massimo dall'integrazione tra hardware e software". Insomma, Google non ha lavorato sui Tensor così, per svago o per sentire il rumore degli applausi: adesso è tempo di passare alla cassa.

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