Google potrebbe trovarsi presto a fronteggiare il secondo procedimento antitrust negli USA sulla pubblicità online. Lo segnala Bloomberg, secondo cui i legali del Dipartimento di Giustizia (DoJ) americano starebbero raccogliendo gli ultimi elementi per citare in giudizio Google, concretizzando così un lavoro di raccolta silenzioso degli elementi probatori sulle pratiche anticoncorrenziali di Big G nella gestione della pubblicità su internet, che per le indiscrezioni va avanti da un anno.
La testata di New York ha chiesto invano un commento al DoJ, mentre ha ottenuto una dichiarazione di Google attraverso il portavoce Peter Schottenfels, il quale ha difeso l'operato della società: "Le nostre tecnologie pubblicitarie aiutano i siti Web e le app a finanziare i loro contenuti e consentono alle piccole imprese di raggiungere i clienti in tutto il mondo. L'enorme concorrenza nella pubblicità online ha reso gli annunci online più pertinenti, ridotto i costi della tecnologia pubblicitaria e ampliato le opzioni per editori e inserzionisti".
Il Dipartimento di Giustizia si era già mosso nei confronti di Google due anni fa. In quel caso l'accusa era di aver costretto i produttori di dispositivi Android a impostare Google come motore di ricerca predefinito, ostacolando così la concorrenza in modo da tutelare la sua posizione dominante nel campo delle ricerche online, dalle quali Google guadagna attraverso la pubblicità. Quello che somiglia a un monopolio nell'ambito delle ricerche, frutta a Big G di conseguenza un monopolio sull'intermediazione pubblicitaria, stando all'accusa.
Sulla stessa scia si era posta un anno fa la Commissione europea, procedendo formalmente contro Google per pratiche anticoncorrenziali: "L'indagine formale esaminerà in particolare se Google stia distorcendo la concorrenza limitando l'accesso da parte di terzi ai dati degli utenti per scopi pubblicitari su siti Web e app, riservando tali dati per il proprio uso", aveva puntualizzato la Commissione.
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