Google Pixel 9a, primo video teardown: facile da riparare, ma la linguetta batteria...

4 days ago 57

Il nuovo smartphone di fascia media di Google, il Pixel 9a, si sottopone al primo video teardown grazie al canale YouTube noto come PBKReviews. Il video arriva con circa una settimana di anticipo rispetto all’inizio delle vendite - come sappiamo è stato in effetti posticipato da Google per via di un potenziale problema emerso all’ultimo minuto su cui per ora il colosso di Mountain View non ha ancora fatto chiarezza (ma pare che si tratti di temperature).

Purtroppo il teardown non ci aiuta a capire nel dettaglio cosa sia successo con il richiamo, ma ci permette di vedere come è stato progettato, come si smonta e quanto è facile ripararlo in caso di necessità. Come sempre, “PBK” ha un approccio molto “tecnico” e asciutto, senza dilungarsi in troppi fronzoli e senza tecnologie troppo sofisticate (come i raggi X dei ragazzi di iFixit, per dire). Viene comunque evidenziata la conferma della presenza di una vapor chamber.

Come accade per la stragrande maggioranza degli smartphone al giorno d’oggi, si parte applicando calore alla cover posteriore, che poi viene rimossa con l’aiuto di una ventosa e dei plettri. Il materiale scelto, la plastica, incute decisamente meno timore rispetto al vetro: la plastica è decisamente meno fragile e c’è meno rischio di ritrovarsi con la necessità di sostituire anche la back cover. Dopodiché si procede sostanzialmente a svitare viti (tutte Torx 4) e scollegare connettori a incastro.

Come si è già osservato con precedenti modelli di smartphone Google, la linguetta per rimuovere la batteria non è tra le più comode o efficaci. È di quelle relativamente sottili che vanno usate un po’ “a mo’ di sega”, spostandole avanti e indietro per spezzare l’adesivo che tiene incollata la batteria alla scocca. Il problema è che la linguetta si spezza troppo facilmente, e finisce che bisogna fare ricorso al solito alcool isopropilico.

Pixel 9a disponibile all'acquisto in Italia dal 14 aprile

Android 28 Mar

Una volta fatto e disconnessa la motherboard, comunque, si riesce a osservare la vapor chamber di cui parlavamo in apertura. Google ha anche implementato fogli di rame fissati con pasta termica ai componenti che scaldano di più, come processore e memorie. Da notare che alcuni componenti della motherboard, come porta USB-C e lettore SIM, sono saldati, il che potrebbe avere un impatto negativo (sia come costi sia come complessità) sulle operazioni di riparazione.

Nel complesso la riparabilità viene valutata con 7,5 punti su 10, con i principali aspetti negativi che risiedono appunto nella linguetta della batteria e in alcuni componenti saldati. Tra gli aspetti positivi includiamo la possibilità di accedere al dispositivo anche passando dallo schermo: questo permette di sostituire il display con relativa facilità in caso di guasti, senza bisogno di smontare tutto il resto.


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