I test sui sistemi di pagamento alternativi rispetto a quello "nativo" in Google Play Store si estendono a tanti nuovi Paesi, Europa inclusa. Il cosiddetto User Choice Billing era stato inaugurato a marzo con Spotify dopo le pressioni esercitate dal governo sud coreano che ha costretto l'azienda di Mountain View ad adeguarsi.
Nella pratica, ciò consiste nel fatto che se un utente desidera abbonarsi a Spotify lo può fare pagando sia tramite Google Play, sia direttamente sulla piattaforma di musica in streaming.
La novità riguarda essenzialmente gli sviluppatori - e di riflesso riguarderà ovviamente tutti noi consumatori - ed è limitata alle app non game. É una fase di test per valutare la fattibilità di sistemi di pagamento alternativi a quello inizialmente previsto: Google si affida proprio agli sviluppatori per ottenere feedback che consentano di affinare lo strumento.
LE CONDIZIONI DA RISPETTARE PER GLI SVILUPPATORI
- possibilità di offrire sistemi fatturazione alternativa solo agli utenti di smartphone o tablet nei seguenti Paesi:
- EEA (Area Economica Europea) | Italia inclusa
- Australia
- India
- Indonesia
- Giappone
- sistemi di fatturazione alternativa solo all'interno dell'app
- rispetto del Payment Card Industry Data Security Standard (PCI-DSS)
- offrire assistenza diretta agli utenti che scelgono il sistema di fatturazione alternativa. Il sistema alternativo "deve fornire una procedura per contestare le transazioni non autorizzate"
- avvisare Google delle modifiche alle preferenze di registrazione dell'app (es: abilitazione/disabilitazione della fatturazione alternativa)
Quando un consumatore sceglie di utilizzare un sistema di fatturazione alternativo, la commissione del servizio che lo sviluppatore deve pagare sarà ridotta del 4% [dunque passa dal 30 al 26% o dal 15 all'11% a seconda dei casi, ndr].
Stando alle statistiche di Google, il 99% degli sviluppatori paga commissioni ≤ al 15%.
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