La sicurezza per gli utenti che installano applicazioni e giochi dal Play Store è estremamente importante per Google: l'azienda ha infatti recentemente introdotto la sezione Sicurezza dei dati, che elenca come i dati personali sono utilizzati dallo sviluppatore e altre informazioni legate alla privacy.
Google ha però deciso di eliminare dallo store la sezione Permessi: questa elencava, come indica anche il nome, tutti i permessi che l'app in questione necessita per funzionare al meglio, spiegando anche a quali dati l'applicazione avrebbe avuto accesso garantendo determinati permessi. Adesso sarà dunque necessario installare l'app per capire quali permessi sono richiesti dal software per funzionare a dovere.
Non è chiaro il motivo di tale scelta: sapere quali permessi sono necessari ad un'app per funzionare prima di installarla è sicuramente comodo, soprattutto per gli utenti più attenti alla privacy. Con tutta probabilità, Google integrerà queste informazioni nella sezione Sicurezza dei dati, anche se non ci sono conferme in merito.
Questa piccola ma importante modifica è in rollout in questi giorni e sembra essere già arrivata in Italia: come vedete dallo screenshot in basso relativo alle informazioni dell'app YouTube Kids, non è presente la dicitura Permessi, ma solo quella relativa alla sezione Sicurezza dei dati.
Le ultime novità del Play Store
Il Play Store ha recentemente subito alcuni interessanti cambiamenti: oltre all'arrivo della sezione Sicurezza dei dati, di cui abbiamo brevemente parlato in precedenza, sono arrivate anche alcune modifiche al design dell'app, ora sempre più affine allo stile grafico Material You introdotto da BigG con Android 12 (essenzialmente, i pulsanti adesso presentano i bordi arrotondati).
Per quanto riguarda la sezione Sicurezza del dati, consigliamo di leggere questo articolo, che descrive meglio tutti i dettagli di questa utile funzione: per farla breve, nella schermata relativa a Sicurezza dei dati sarà mostrato come gli sviluppatori gestiscono i dati personali degli utenti (ad esempio, se questi sono condivisi con aziende di terze parti o se vengono utilizzati per generare pubblicità mirate).