"Il tuo prossimo computer non è un computer": così recitava un recente spot di iPad. E ora anche Google sembra essere della stessa opinione. Apple è a lungo rimasta l'unico produttore impegnato nel mercato dei tablet, che dopo un'esplosione iniziale si è ristretto gradualmente al catalogo di Cupertino, con pochi altri attori che non hanno mai mollato come Samsung e Huawei. Ma poi è arrivata la pandemia, con l'esigenza per milioni di persone di avere per le mani un dispositivo flessibile e possibilmente economico capace di gestire le attività di tutti i giorni, gli scenari tipici della didattica a distanza e dello smart working, non particolarmente impegnativi a livello hardware: videochiamate, modifica di documenti, navigazione internet, riproduzione di contenuti multimediali.
Improvvisamente i tablet hanno ricominciato ad avere senso, con i loro schermi mediamente di qualità superiore a quelli dei laptop di fascia bassa, la compatibilità con tastiere esterne per la digitazione, prezzi accessibili e sistemi operativi leggeri e intuitivi. Il tablet è diventato per tanti lo strumento più naturale da affiancare allo smartphone: perché è quello che più somiglia allo smartphone, ovvero il dispositivo con cui davvero tutti sono abituati ad avere a che fare, ma è più grande e permette di fare tutte quelle cose per cui un telefono non è sufficiente.
PRESTO I TABLET SUPERERANNO I LATOP, E NON SI TORNER INDIETRO
Durante il The Android Show andato in onda poche ore fa Rich Miner, CTO della divisione tablet di Google, ha delineato la visione del colosso di Mountain View per questa tipologia di dispositivi, ripercorrendo i passaggi che ne hanno caratterizzato la storia e lanciandosi in una previsione importante per il futuro.
Miner infatti ha osservato come dal 2011, ovvero dal lancio della prima versione tablet di Android, i dispositivi fossero capaci di offrire principalmente la possibilità di fruire di contenuti multimediali, come quelli di YouTube, su un display più esteso rispetto a quello dello smartphone. L'attrattiva dei tablet si è a lungo arenata in quei paraggi, ed il mercato è diventato presto stagnante.
Google però ha notato che il mercato ha avuto un sussulto anche poco prima dell'emergenza pandemica, che poi lo ha rilanciato a gonfie vele, già alla fine del 2019. I tablet infatti erano diventati strumenti molto più potenti e flessibili, e i consumatori tornavano a prenderli in considerazione per più scenari d'uso, tra cui quelli della produttività quotidiana.
Una volta imboccata questa strada, secondo Miner le cose non potranno che portare ad una sorta di convergenza tra il mondo dei tablet e quello dei computer portatili, e poi ad un clamoroso sorpasso:
In realtà penso che in un futuro non troppo lontano ci sarà un punto di incontro in cui i tablet venduti ogni anno saranno più dei laptop. Penso che una volta superato quel punto, non si tornerà più indietro.
Quelle di Google non sono solo parole, ma anche fatti: con Android12L infatti big G ha ripreso in mano molto seriamente la questione tablet, sforzandosi di creare un ambiente che possa sfruttare le peculiarità di questi dispositivi e agevolando in questo senso il lavoro degli sviluppatori, che devono cominciare a pensare le app in funzione delle possibilità di schermi più grandi. In questo senso, infatti, il distacco da iPadOS è ancora molto marcato.
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