Governi invasivi su Twitter: record nelle richieste di dati. E WhatsApp dice la sua

2 years ago 186

Twitter e libertà di parola sono stati più volte accostati in questi tempi recenti, frutto di una strategia di massima trasparenza voluta da Elon Musk qualora l'acquisizione si fosse conclusa positivamente - ma sappiamo che le cose sono andate diversamente. Nonostante questo e nonostante il fatto che Twitter sia in tutto e per tutto privata, tuttavia, il concetto di libero pensiero è rimasto nelle corde dell'azienda.

Questo concetto stride però con quanto emerge dall'ultimo Transparency Report relativo alla seconda parte del 2021: i governi, si legge, sono sempre più invadenti e crescono le loro richieste di rimuovere tweet considerati falsi, fuorvianti o semplicemente scomodi. In più, aumentano contestualmente anche le domande da parte delle istituzioni pubbliche dei Paesi per acquisire informazioni personali sugli utenti.

Continuiamo a vedere una preoccupante tendenza verso tentativi di limitare la libertà di stampa globale, con un aumento delle richieste legali dei governi nei confronti dei giornalisti, oltre ad un numero complessivamente crescente di richieste globali sugli account - entrambi rappresentano un record da quando viene stilato questo report.

In sintesi, Twitter riferisce che:

  • le richieste legali sugli account hanno raggiunto il numero record di 47.572 (su 198.931 account). É il valore più alto da 10 anni a questa parte
  • le richieste legali dai governi sui giornalisti e le testate giornalistiche verificate sono aumentate del 103% rispetto al report precedente
  • 1/5 delle richieste proviene dagli Stati Uniti, il 19% dall'India, il 17% da Giappone e Francia, il 6% dalla Germania

Twitter rivela che sta lavorando per capire in modo sempre più dettagliato dove vanno a finire le informazioni rilasciate ai Governi. Il 60% delle richieste non è stato soddisfatto, in quanto non ritenuto idoneo da parte del social network.

LA VISIONE DI WHATSAPP

A parlare sull'argomento è anche il responsabile di WhatsApp Will Cathcart, che alla BBC ha rivelato come l'azienda "non abbasserà il suo livello di sicurezza" nemmeno nel caso in cui i governi chiedessero un indebolimento della crittografia che protegge i messaggi.

Si tratta di un tema complesso, che da un lato riguarda la protezione della privacy degli utenti, dall'altra la possibilità da parte dei governi di scoprire casi di abusi su minori. Per questo motivo in Gran Bretagna l'ente NSPCC - National Society for the Prevention of Cruelty to Children - ha espresso disappunto sulla rigidità di Meta a riguardo. C'è un disegno di legge sulla sicurezza online che verrà ridiscusso il prossimo autunno e che affronta proprio questo punto, la discussione nel Paese è ancora aperta come confermano le parole di un portavoce di Downing Street:

[Le società tech] non dovrebbero ignorare il chiaro rischio che la crittografia end-to-end possa renderli ciechi su questo tipo di contenuti ed ostacolare gli sforzi per catturare i colpevoli.

Si cerca un punto di incontro tra il mantenimento della crittografia end-to-end e la privacy degli utenti: gli esperti sono al lavoro e l'unica opzione possibile sembrerebbe essere quella che prevede la scansione dei messaggi lato client. Cathcart non è d'accordo: "non può funzionare in pratica", dice. E da molti questa viene considerata una forma di "sorveglianza di massa". Problemi analoghi si sono registrati quando Apple ha ipotizzato l'idea di scansionare le foto su iPhone prima che vengano caricate su iCloud (CSAM)

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