Hi-Tech ad altissima energia, Google e Microsoft consumano come un intero Stato

2 months ago 75

Quando si parla di consumi energetici, in particolare di consumi molto alti, come ad esempio confrontando gli Overshoot Day raggiunto dalle diverse nazioni, nell’immaginario collettivo fra i più esigenti ci sono gli Stati Uniti.

Questo parallelismo non è del tutto infondato e non riguarda solo i consumi dei privati, ma anche quello di alcune aziende (i cui servizi sono però utilizzati in ogni parte del mondo).

MICROSOFT E GOOGLE IN TESTA AI CONSUMI DELL'HI-TECH

In particolare, lo scorso anno Microsoft e Google hanno registrato consumi energetici da capogiro, superiori ad oltre 100 nazioni nel mondo come Islanda, Ghana e Tunisia, secondo un’analisi di Michael Thomas, che ha postato il grafico su X, la piattaforma nota ai tempi come Twitter.

— Michael Thomas (@curious_founder) July 11, 2024

Secondo la ricerca, le due società avrebbe consumato in un solo anno (il 2023) 24 TWh di energia. A testa.

Per confronto la capacità rinnovabile che dobbiamo installare entro il 2030, a livello mondiale, per raggiungere gli obiettivi climatici degli accordi di Parigi è di “solo” 11,2 TW, il triplo di quella attuale.

A pesare enormemente sulla bilancia energetica delle due aziende sono i data center, ovvero l'infrastruttura informatica in cui tanti di noi archivia costantemente contenuti multimediali.

In altre parole a generare parte di questo consumo siamo noi con le nostre attività e necessità, in crescita ed evoluzione, visto che all’orizzonte si profila la sagoma dell’intelligenza artificiale e di software sempre più performanti, come Gemini di Google.

MICROSOFT E GOOGLE, AZIENDE ENERGIVORE O ALLAVANGUARDIA?

L’analisi di Thomas non deve (necessariamente) essere vista come una critica, perché se è vero che le due società consumano come un Paese di oltre 10 milioni di persone (lo scorso anno l’Azerbaigian, una nazione di 10,14 milioni di abitanti, ha consumato la stessa quantità di energia) è anche vero, ed è giusto evidenziarlo, che entrambe investono profondamente nelle fonti rinnovabili e in sistemi sempre più efficienti e meno energivori.

Questo vale in particolare per i loro data center, che come abbiamo visto sono il motivo principale dietro all'enorme richiesta di energia, al momento ancora in buona parte di origine fossile, quindi, sul piatto della bilancia bisogna considerare anche le emissioni prodotte dalle due aziende.

Entrambe le realtà hanno però delineato una road map volta alla decarbonizzazione delle loro operazioni, che nel caso di Google cade entro il 2030, data entro la quale l'azienda intende operare h24, sette giorni su sette, ad emissioni zero.

Microsoft alza l'asticella, intendendo diventare carbon-negative entro la fine del decennio in corso 2030, ovvero arrivando a rimuovere, tramite la tecnologia CCS (Cattura e Stoccaggio del Carbonio) più anidride carbonica di quanto ne emetta.

L'azienda, inoltre, intende arrivare a non produrre alcun rifiuto e ad azzerare il proprio consumo d'acqua.

Lo scorso anno Microsoft ha aumentato gli investimenti nelle FER superando i 19,8 GW di potenza installata, con progetti dislocati in oltre 21 Paesi.


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