Il brevetto di Samsung è geniale: il display con il refresh rate a zone

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Torniamo a parlare di Samsung, uno dei principali attori del mercato tech in generale e il leader mondial del settore smartphone. Nelle ultime ore sono emersi importanti dettagli che potrebbero plasmare i suoi prossimi top di gamma che arriveranno sul mercato.

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Le novità in questione provengono da un paio di brevetti depositati da Samsung e pubblicati nelle ultime ore online. Tali brevetti hanno come protagonisti gli smartphone, e in particolare l'aspetto del display e della gestione del refresh rate.

Negli ultimi anni abbiamo visto praticamente tutti i produttori di smartphone optare per soluzioni che prevedono display con una frequenza di aggiornamento più alta rispetto ai canonici 60 Hz che trovavamo su tutti i display di smartphone fino a qualche anno fa. Questo ha portato diversi modelli, soprattutto top di gamma, con display a 90 e 120 Hz.

Tra questi modelli troviamo anche quelli di Samsung, come ad esempio i più recenti Galaxy S22. I brevetti di Samsung però testimoniano che il produttore sta guardando ulteriormente avanti rispetto alle soluzioni attualmente disponibili. Le idee di Samsung consistono in display che prevedono una frequenza di aggiornamento variabile in base alla zona.

Le immagini che trovate in galleria, derivanti proprio dai brevetti depositati da Samsung, riassumono perfettamente il concetto e mostrano i display divisi in zone, ciascuna delle quali prevede una frequenza di aggiornamento diversa. Nell'esempio allegato al brevetto vediamo che alcune zone prevedono un refresh rate da 30 Hz, mentre per altre questo parametro arriva a 120 Hz.

La soluzione di Samsung è concettualmente simile alla gestione del refresh rate variabile nel tempo attualmente disponibile in diversi modelli attualmente sul mercato. Questo permette di ottimizzare il consumo di un refresh rate troppo alto nelle condizioni di utilizzo in cui invece non è richiesto.

La soluzione di Samsung permetterebbe quindi di ottimizzare ulteriormente i consumi e la gestione delle risorse. Ha anche molto senso perché possiamo sicuramente riconoscere che determinate zone del display, come ad esempio quella in cui viene ospitata la barra di stato Android, non necessitano mai di una frequenza di aggiornamento alta. Nemmeno quando si utilizza lo smartphone per sessioni di gioco, che notoriamente richiedono refresh rate massimi.

Le soluzioni che abbiamo appena visto sono allo stato di brevetto e pertanto non è noto se Samsung ci lavorerà mai nel concreto. Sicuramente saremo tra i primi ad aggiornarvi nel caso dovessero esserci ulteriori sviluppi in questo senso.

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