In futuro Gemini potrebbe consentire di programmare e automatizzare alcune attività. A dare la notizia è il sito Android Authority, che ha intercettato alcune stringhe di codice estremamente interessanti nell'ultima versione dell'app Google: menzionano una nuova e inedita funziona chiamata Scheduled Actions, cioè azioni programmate. Vi suona familiare?
GEMINI PRENDE SPUNTO DA CHATGPT?
L'analisi della versione 16.14.39 dell'app Google ha portato alla luce stringhe di codice che fanno riferimento a "Scheduled actions" (Azioni programmate) per Google Gemini. Il codice include riferimenti a funzioni per "mettere in pausa" e "riprendere" queste azioni programmate, oltre a descrizioni dell'interfaccia utente che mostrerà l'elenco delle attività pianificate.
La feature attualmente non è attiva e Google non ne ha fornito una descrizione dettagliata, quindi non possiamo fare molto se non limitarci ad immaginare come potrebbe funzionare alla prova dei fatti. Un importante indizio, paradossalmente, potrebbe arrivarci dal competitor di Gemini "ChatGPT". A gennaio OpenAI ha introdotto una nuova funzionalità chiamata "Scheduled tasks", che è attualmente in fase di beta e disponibile solo per gli abbonati. Come intuibile dal nome, consente di creare istruzioni per far eseguire all'AI prompt automatizzati secondo una pianificazione prestabilita.
Tra gli esempi di utilizzo delle attività programmate su ChatGPT, OpenAI menziona la possibilità di ricevere quotidianamente un briefing sulle notizie riguardanti l'AI, esercitarsi in una lingua straniera o ricevere promemoria per eventi importanti. La particolarità di queste attività programmate risiede nelle capacità dell'intelligenza artificiale di gestire prompt complessi.
Non abbiamo nessuna prova del fatto che la funzionalità potenzialmente in arrivo su Gemini sia una copia carbone di quella già presente su ChatGPT, ma è comunque plausibile che le due siano quantomeno concettualmente simili. Se implementata in modo simile su Gemini, questa funzione potrebbe offrire un notevole valore aggiunto, perché - a differenza di ChatGPT - potrebbe funzionare in sinergia con le applicazioni di terze parti compatibili, rivoluzionando la routine dell'utente.
Come sempre, giova ricordare che la mera presenza di un riferimento ad una nuova funzione nel codice di un'app non implica che questa debba necessariamente vedere la luce. Per quel che ne sappiamo, Google potrebbe decidere di cestinarla o di posticiparne il rilascio a data da destinarsi. Vi terremo aggiornati non appena emergeranno nuovi dettagli.