Il DMA sta dando i primi risultati: i browser web minori guadagnano quote di mercato

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Il Digital Markets Act, il regolamento dell'Unione Europea volto a rendere l'economia digitale più equa e competitiva grazie a una serie di obblighi e divieti per le aziende designate come "gatekeeper" che devono facilitare il passaggio degli utenti ad altri servizi e piattaforme rivali, starebbe iniziando a mostrare i primi risultati.

I PICCOLI BROWSER CRESCONO

Una delle aree di interesse del DMA riguarda i browser web, ossia le app che consentono agli utenti di connettersi a Internet che vengono tradizionalmente offerti gratuitamente dalle grandi aziende tecnologiche "in cambio" del monitoraggio dei siti Web visitati dai consumatori e della vendita di pubblicità. Sugli smartphone basati su Android, il browser Chrome è solitamente quello predefinito, sugli iPhone è Safari. Questi browser, ovviamente, sono quelli che dominano il mercato.

A partire dallo scorso 7 marzo, giorno in cui è entrato ufficialmente in vigore il Digital Markets Act nell’UE, le grandi aziende tecnologiche sono state costrette ad offrire agli utenti la possibilità di scegliere un browser predefinito, un motore di ricerca e un assistente virtuale durante la fase di configurazione iniziale o quando una di queste app viene utilizzata per la prima volta dopo l'aggiornamento.

Apple mostra ora 11 browser in alternativa a Safari nella schermata di scelta che viene personalizzata per ciascuno dei 27 paesi dell'UE. Questa schermata verrà aggiornata una volta all'anno per ciascun paese. Google sta attualmente mostrando le scelte del browser sui suoi Pixel e ha affermato che anche i nuovi device Android realizzati da altri produttori mostreranno la schermata di scelta nei prossimi mesi.

Attualmente, dato che gli iPhone hanno una quota di mercato maggiore rispetto agli smartphone di Google, la crescita dei browser più piccoli sta a andando principalmente a scapito di Safari. Aloha Browser, società fondata nel 2016 con sede a Cipro, ha affermato che gli utenti nell'UE sono aumentati del 250% a marzo. Aloha, che si propone come un'alternativa incentrata sulla privacy, ha 10 milioni di utenti medi mensili e guadagna tramite la vendita di abbonamenti a pagamento, anziché vendere annunci monitorando gli utenti.

Anche la norvegese Vivaldi, la tedesca Ecosia e la statunitense Brave hanno visto aumentare il numero degli utenti in seguito al nuovo regolamento così come DuckDuckGo, anch'essa con sede negli Stati Uniti e che ha circa 100 milioni di utenti, e la norvegese Opera che ha oltre 324 milioni di utenti globali e che sta "registrando un numero record di utenti nell'UE in questo periodo". DuckDuckGo e Opera sono presente nell'elenco di Apple in tutti i 27 paesi dell'UE, Aloha è in 26 paesi, Ecosia è in 13 e Vivaldi in 8.

LA UE AVVIA LE PRIME INDAGINI DI NON CONFORMITA'

Nonostante questo andamento positivo, tuttavia, le società produttrici di browser hanno comunque criticato le modalità in cui Apple e Google stanno lanciando questa "schermata di scelta", descritte come lente e goffe e che starebbero rallentando la migrazione degli utenti mobili verso nuove scelte di browser.

Secondo Mozilla, proprietaria del browser Firefox, solo il 19% degli utenti iPhone pare che che abbia ricevuto l'aggiornamento in un lancio che è apparso "molto più lento rispetto ai precedenti aggiornamenti software". Negli iPhone, secondo quanto affermato dall'amministratore delegato della norvegese Vivaldi, "gli utenti possono vedere la schermata di scelta solo quando fanno clic su Safari", successivamente viene mostrato un elenco di browser senza informazioni aggiuntive:

"Il processo è così contorto che è più semplice per (gli utenti) selezionare Safari o potenzialmente qualche altro nome noto"

Le modalità in cui viene mostrata la schermata di scelta del browser ha comunque portato la Commissione Europea ad avviare un’indagine di non conformità per verificare se, effettivamente, Apple potrebbe impedire agli utenti di esercitare facilmente la scelta dei servizi. La Commissione intende concludere il procedimento entro 12 mesi. Se giustificato a seguito dell'indagine, la Commissione informerà i gatekeeper interessati delle sue risultanze preliminari e spiegherà le misure che intende adottare o che i gatekeeper dovrebbero adottare per rispondere in modo efficace alle preoccupazioni della Commissione.


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