La possibilità di usare un sistema di pagamento diverso da quello dello Store è uno dei punti più caldi che vengono da tempo contestati alle principali piattaforme di app al mondo, Play Store e App Store.
Il problema sono sempre stati la posizione di monopolio e il costo delle commissioni, tanto che questo è sfociato nell'ormai famoso affaire Epic, che aveva portato a una causa dalle ripercussioni planetarie.
Più libertà di scelta, ma le commissioni resteranno, anche se ribassate
A marzo di quest'anno, Google ha però sorpreso tutti lanciando il suo programma pilota di fatturazione a scelta dell'utente, all'inizio avviato in collaborazione con Spotify. Questo programma consente di inserire metodi di pagamento alternativi da proporre insieme a (e non in sostituzione di) quello del Play Store.
Ora però la grande G ha aperto il programma a tutti gli sviluppatori di app (non giochi) interessati, rivelando al contempo i mercati che parteciperanno alla fase di test.
Come si può leggere nella pagina ufficiale di Google, i Paesi coinvolti saranno
- lo Spazio Economico Europeo (SEE), che comprende Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica di Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia.
- Australia
- India
- Indonesia
- Giappone
Per partecipare al programma, gli sviluppatori devono compilare un modulo, chiamato Modulo di dichiarazione del sistema di fatturazione alternativo, in cui dovranno registrarsi e dichiarare i metodi di fatturazione alternativi. I requisiti per partecipare sono:
- Rispettare il Payment Card Industry Data Security Standard (PCI-DSS) (se si gestiscono i dati delle carte di credito e di debito).
- Fornire assistenza clienti agli utenti del sistema di fatturazione alternativo (inclusi tutti i prodotti venduti utilizzando il sistema di fatturazione alternativo) e il sistema di fatturazione alternativo deve fornire una procedura per contestare le transazioni non autorizzate.
- Avvisare Google in anticipo delle modifiche previste alle preferenze di registrazione dell'app, come la disabilitazione o l'abilitazione della fatturazione a scelta dell'utente in un'app o in un determinato Paese.
Gli sviluppatori devono continuare a pagare a Google le commissioni applicabili, ma ci sono delle riduzioni del 4% in caso venga utilizzato un sistema di pagamento alternativo, come visto in Corea del Sud.
Google afferma che queste commissioni sono necessarie per garantire "gli investimenti continui in Android e Google Play", qualcosa non dissimile dall'idea di Apple. Nel contempo, la casa di Mountain View ribadisce come la fatturazione di Google Play resti il modo migliore per garantire agli utenti finali il "controllo genitori, metodi di pagamento della famiglia, gestione degli abbonamenti, carte regalo Google Play e punti Play".
Al momento il programma è in fase di preparazione e verranno diffusi maggiori dettagli nei prossimi mesi, quando sarà lanciato ufficialmente.