La Data Protection Commission irlandese ha concluso le indagini sulla violazione commessa da Instagram nella gestione dei dati dei minori - se ne parlò nel 2020 - e ha multato il social network controllato da Meta per ben 405 milioni di euro, emettendo quindi la sua seconda multa più alta di sempre. La più elevata ha colpito Amazon per ben 746 milioni di dollari in seguito all'utilizzo di dati che non avrebbe dovuto processare.
Per quanto riguarda Instagram, la vicenda verte attorno alla gestione dei dati degli account di utenti minorenni che si sono registrati sulla piattaforma con account business e creator, i cui dati sensibili come email e numeri di telefono sono stati trattati alla stregua di quanto è possibile fare con quelli di utenti maggiorenni. Segnaliamo che a partire dall'estate 2021 Instagram è intervenuta modificando di default i dati della privacy per gli account dei minori di 16 anni.
Al momento la DPC non ha condiviso informazioni più precise sul caso - dovrebbero arrivare nel corso della prossima settimana - ma le precedenti stime avevano identificato in ben 5 milioni il numero di account legati a minori coinvolti dalla vicenda. Intanto sembra che la DPC abbia almeno altre 6 indagini in programma che riguardano aziende controllate da Meta. Nel frattempo quest'ultima ha commentato la vicenda attraverso le parole di un suo portavoce che afferma:
Questa indagine si è concentrata su delle vecchie impostazioni che abbiamo aggiornato oltre un anno fa, e sin da quel momento abbiamo rilasciato molte nuove funzioni che mantengono al sicuro gli adolescenti e tengono le loro informazioni private. Chiunque abbia meno di 18 anni si ritrova un account privato non appena si registra su Instagram, in modo che solo le persone che conosce possano vedere i suoi post, inoltre gli adulti non possono scrivere messaggi privati agli adolescenti che non li seguono a loro volta. Abbiamo collaborato pienamente con la DPC nel corso dell'indagine e stiamo esaminando con attenzione la loro decisione finale.