iPhone 15 con USB-C? UE riuscir a imporsi? Il punto sul connettore unico | Video
31 Maggio 2022 0
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Il famigerato iPhone con ingresso USB-C potrebbe presto svestire i panni della chimera (o del bizzarro esperimento amatoriale) e trasformarsi in realtà. A confermarlo non sono solo le numerose notizie trapelate dai media internazionali nelle ultime settimane, che vedrebbero il colosso di Cupertino pronto a cedere alle ultime normative UE (che approfondiremo nel corso di questo articolo) e pensionare il fido Lightning, connettore proprietario prodotto a partire dal 2012 in combo con iPhone 5, per anni difeso con il coltello tra i denti (parleremo anche di questo).
Ma lo è anche la netta sensazione, condivisa in egual modo da esperti e consumatori e confermata dai fatti, che i tempi per il wireless come unico standard di ricarica non siano ancora sufficientemente maturi, e che la fase intermedia che separa il presente da un futuro interamente sprovvisto di cavi e porte sia un'inevitabile resa al cospetto della Type-C. Tra i recenti provvedimenti in ambito europeo, le mosse dei produttori, i ripensamenti e le ufficialità imminenti, la partita si infittisce e sullo scacchiere degli standard di ricarica l'USB-C acquista un ruolo ancor più centrale, ma non immortale. Lo vediamo in questo articolo.
SOMMARIO
L'UE SI OSTINA DA TEMPO
Oltre dieci anni fa, il mercato (e le soffitte) erano popolati da oltre 30 esemplari di connettori diversi per la ricarica dei dispositivi elettronici. Successivamente, su base volontaria dei produttori e sotto l'egida europea, la pletora di caricabatterie sino ad allora disponibili si è drasticamente dimezzata, riducendosi a tre soli standard "superstiti": la porta microUSB, la Lightning e l'USB-C, o Type C, che sarà destinata a cannibalizzare le altre e rimanere l'unico standard di ricarica compatibile con le apparecchiature elettroniche di piccole e medie dimensioni in vendita nel Vecchio Continente.
Nella sua battaglia decennale in favore della standardizzazione dei connettori, l'Unione Europea ha messo in saccoccia ben più di un valido risultato. Per ultimo, il via libera del Parlamento europeo per la direttiva della Commissione sull'introduzione di un caricabatterie universale per gran parte dei dispositivi elettronici in commercio, come smartphone, auricolari, console da gioco, fotocamere digitali, tablet e molto altro, a esclusione dei piccoli indossabili che faticherebbero, per ovvi motivi dimensionali, a ospitare una porta USB-C (ad esempio, smartwatch, smartband). L'intento è di estendere in futuro il campo di applicazione della proposta anche ai notebook, che sarebbero così obbligati a sottostare alle nuove regole.
La proposta di legge sarà in seguito negoziata con i singoli governi UE ed entrerà in vigore nei prossimi due anni, entro il 2024. Oltre al caricabatterie standardizzato, la normativa punterebbe a rendere interoperabili le tecnologie di ricarica wireless entro il 2026 per scongiurare ulteriori segmentazioni del mercato e limitare la dipendenza dei clienti dai singoli produttori, oltre a rendere più chiare le opzioni di ricarica dei dispositivi agli occhi dei consumatori attraverso apposite etichette.
Il risultato, a compimento dell'iter legislativo della proposta, permetterà agli utenti di non avere più la necessità di acquistare nuovi cavi o caricabatterie nel momento dell'acquisto di un device di nuova generazione, guadagnando di conseguenza in praticità, versatilità e, soprattutto, sostenibilità.
Sull'ultimo punto, in particolare, i numeri dimostrano che anche i cavi e i connettori contribuiscono a rimpolpare la vasta montagna di rifiuti elettronici (RAEE) che si accumula ogni anno, arrivandone a produrre dalle 11.000 alle 13.000 tonnellate annue, per un miliardo e mezzo di caricabatterie per dispositivi portatili spediti in Europa.
MA ANCHE APPLE
Tornando a Cupertino e alle indiscrezioni trapelate di recente, il prossimo futuro di Apple sarà nel nome della porta USB-C, ma non per sempre. La Mela morsicata, tra i principali detrattori della standardizzazione e accanita paladina del cavo Lightning, ha iniziato a mostrare i primi segni di "cedimento" integrando la USB-C nei MacBook a partire dal 2016 e negli iPad dal 2018, senza tuttavia considerare la possibilità di allargarla ai telefoni.
Dopo anni di direzione ostinata e contraria, secondo il noto analista Ming-Chi Kuo l'arrivo del primo iPhone con Type-C sarebbe vicino e potrebbe coincidere con il lancio di iPhone 15, previsto per la fine del 2023. Ma, come anticipato, sarebbe solo un momento transitorio in vista del passaggio definitivo all'epoca successiva, quella portless, destinata a durare ben più a lungo.
Tra rumor e supposizioni, che in passato avrebbero addirittura scommesso su iPhone 12 come primo smartphone della Mela dotato di connettore USB-C, la svolta sarebbe ora vicina - accompagnata da un primo accenno di divorzio dalla Lightning. Le novità non finiscono qui: secondo le previsioni dell'analista, la Type-C potrebbe fare il suo debutto anche sui futuri accessori a marchio Apple, a partire dagli AirPods Pro 2, insieme a Magic Keyboard, Magic Trackpad, Magic Mouse e la batteria MagSafe.
Sulle motivazioni che si nascondono dietro al reiterato rifiuto del connettore unico da parte di Apple, la risposta ufficiale dell'azienda addita l’adozione di un connettore universale a freno dell’innovazione, anziché suo impulso, che danneggerebbe in primis i consumatori. I fatti empirici suggeriscono però altro: la migrazione degli iPhone verso USB-C obbligherebbe l'azienda a ripensare il proprio modello d'affari, trainato in buona parte dagli accessori proprietari e di terze parti, su cui Apple guadagna royalty forte della certificazione MFI.
Dopotutto, lo sviluppo di un connettore proprietario ha permesso ad Apple di creare un mercato a sé stante, controllando la ricca gamma di dispositivi compatibili con i suoi prodotti. Minarlo, come spiegato in un nostro recente approfondimento, significherebbe una sola cosa: entrate potenzialmente ridotte, e non di poco.
I PRO E I CONTRO
Sebbene la porta Lightning si sia sempre contraddistinta per funzionalità e riparabilità, la sua natura proprietaria la circoscrive all'ecosistema Apple, penalizzandola nel confronto con l'USB-C per diffusione e versatilità. Ad integrare quest'ultima sono infatti la maggior parte dei dispositivi in circolazione, come smart speaker, notebook, tablet e gli smartphone Android più recenti.
Quanto alla velocità di ricarica e di trasferimento dei dati, specie per foto e video, gli esperti premiano a mani basse la Type C, che con i suoi 40Gbps supera i 480Mbps di Lightning. Il presunto arrivo del Lightning USB 3.0 con iPhone 14, che arriverebbe a 5 Gbps per la gioia dei creativi, è stato tuttavia offuscato da una proposta ben più ghiotta, i nuovi cavi USB-C 2.1, che supportano fino a 240W di potenza.
Al netto delle prestazioni, per l'Unione Europea i vantaggi di un connettore unico sono in primo luogo di natura ecosostenibile, in opposizione al fenomeno dei rifiuti elettronici in costante aumento (neanche lo smaltimento di miliardi di cavi diventati inutilizzabili strizzerebbe l'occhio all'ambiente, a dirla tutta). Ma anche economica: in media vengono spesi due miliardi e mezzo di euro per l'acquisto di caricabatterie singoli aggiuntivi, dunque un connettore unico gioverebbe anche al portafogli dei consumatori.
Quanto agli svantaggi, c'è chi sostiene che la standardizzazione possa spingere le aziende ad aumentare i prezzi al dettaglio degli smartphone, ma questo si vedrà soltanto con i conti alla mano. La certezza è una sola: il futuro è portless, e questo lo sanno bene anche i produttori.
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